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Green pass, l'avvocatessa denuncia la Asl di Bari: "Dopo 4 mesi", un caso senza precedenti

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Se migliaia di No Green pass continuano a imperversare, rovinando i sabati italiani, c'è chi invece protesta sì, ma per avere il certificato verde. L'esempio perfetto di una Italia "al contrario" arriva dalla Puglia: una avvocatessa, che ha fatto la seconda dose di vaccino lo scorso 1 luglio, ha deciso di denunciare l'Asl di Bari perché a distanza di 4 mesi non si è ancora vista rilasciare il pass. Nel sistema informatico dell'Asl barese, infatti, non risulta aver ricevuto la seconda dose.

 

 

 

 



A fronte di vari solleciti caduti nel vuoto, a partire dal 15 settembre scorso, via mail e pec, l'avvocatessa è stata costretta addirittura a rivolgersi al Ministero della Salute, per poi arrivare ad estremi rimedi denunciando tutto ai carabinieri: "Ad oggi ancora senza certificazione - ha scritto nella denuncia - vedo estremamente compromessa la mia vita lavorativa e sociale, ritenendo sussistente il reato di omissione di atti d'ufficio da parte della Asl e comunque dell'ufficio competente alla registrazione dei dati".

 

 

 

 

 

 

Dal 6 agosto scorso il Green pass è diventato obbligatorio per accedere a luoghi pubblici al chiuso come, per esempio, ristoranti, musei e mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Dal 15 ottobre, infine, serve anche sul luogo di lavoro. "Io fortunatamente in studio sono sola e in Tribunale per gli avvocati non è obbligatorio esibire il Green pass - sottolinea - ma non posso andare a cinema, non posso andare in ristorante, non mi posso sedere in un bar, non posso prendere un treno. Ho atteso e sollecitato in varie forme, ottenendo in diversi casi anche rassicurazioni, ma ad oggi ancora non risulta l'avvenuta effettuazione della seconda dose". Una denuncia che farà fare un salto sulla sedia a chi, il certificato, proprio non lo vorrebbe.

 

 

 

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