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Papa Francesco ha scelto il premier del Vaticano: è una suora

Caterina Maniaci
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L'onda rosa in Vaticano sembra ormai inarrestabile e l'ultima nomina fa davvero pensare ad un cambio epocale. Papa Francesco, infatti, ha scelto una donna per la carica di segretario generale del Governatorato vaticano, l'organismo che esercita il potere esecutivo in nome e per conto del Papa, nello Stato della Città del Vaticano, e che dal punto di vista del diritto internazionale è un'entità distinta dalla Santa Sede. Istituito il 20 marzo 1939, ha la sua sede nello storico Palazzo del Governatorato in Vaticano. Insomma, la carica di premier del Pontefice, se dobbiamo trovare un parallelismo con la politica nostrana. La prescelta è suor Raffella Petrini, appunto la prima donna a ricoprire una carica così strategica e apicale.

Suor Petrini, nata a Roma il 15 gennaio 1969, vanta un curriculum di tutto rispetto ed è descritta come persona capace, determinata, e insieme di grande spiritualità, probabilmente anche grazie all'appartenenza all'ordine di suore francescane dell'Eucarestia. Ha conseguito la laurea in Scienze Politiche presso la Libera Università Internazionale degli Studi Guido Carli e il dottorato presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino, dove è attualmente docente. Dal 2005 ha ricoperto il delicato incarico di Officiale della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. E per tornare all'ordine religioso a cui appartiene suor Raffaella, si tratta di un istituto religioso nato negli Stati Uniti negli anni '70. Una storia particolare, quella di questo ordine. Basti considerare che la fondatrice, madre Rosemae Pender, è morta all'età di 94 nel 2016 durante una Messa di ringraziamento per i suoi 75 anni di vita religiosa. È spirata all'improvviso dopo aver rinnovato i propri voti e aver portato all'altare, durante l'offertorio, le costituzioni della propria congregazione.

 

 

 

La presenza sempre più rilevante delle donne nelle posizioni che contano nei palazzi vaticani procede costantemente. Pochi mesi fa era toccato a suor Alessandra Smerilli a ricevere un importante incarico nella gerarchia della Curia romana, quello di segretario ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale e delegata per la Commissione vaticana Covid-19. Suor Smerilli, salesiana di Don Bosco, specialista in economia, da marzo scorso era sottosegretario del Dicastero nonché coordinatrice della Task force Economia della Commissione Vaticana Covid-19.

Si tratta d donna a ri una carica strategica ella prima coprire così e apicale Mentre a febbraio sono arrivate due donne come «promotrici di giustizia» (i nostri pm) presso il Tribunale vaticano e "sottosegretaria" del Sinodo dei vescovi. Un esercito al femminile che ormai conta quasi mille "unità", secondo dati diffusi, alla fine del 2019, e che manda avanti la quotidianità vaticana, rappresentando oltre il 20 per cento della sua forza-lavoro. Con una rosa ristretta, che però si sta lentamente ma inesorabilmente allargando, di donne che occupano posti di grande rilevanza. Come Barbara Jatta, 58 anni, diventata direttrice dei Musei Vaticani nel 2017, tra i più importanti e visitati al mondo. O come suor Mary Melone, 51 anni, nominata rettore della Pontificia Università Antonianum, anche lei detentrice del "titolo" di prima donna a cui è toccato questo ruolo dirigenziale. Papa Francesco, dunque, ha incrementato la presenza femminile in ruoli strategici, continuando su una strada tracciata a suo tempo da Giovanni Paolo II, ulteriormente ampliata da Benedetto XVI, che è stato, prima dell'attuale pontificato, colui che ha aperto maggiormente le porte alla presenza femminile.

 

 

 

E per ritornare alla "mappa rosa" in Vaticano, bisogna ancora ricordare che oggi una donna si trova alla guida dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù, Mariella Enoc. Ci sono poi una decina di suore centraliniste, poi le addette alla reception di casa Santa Marta, dove risiede il Papa, quelle che si occupano della, pulizia e delle cappelle. Il maggior numero di lavoratrici si trova dislocato fra la Biblioteca Apostolica, la Radio Vaticana, insieme alle giornaliste che lavorano per L'Osservatore Romano. Quasi una trentina lavorano a Propaganda Fidae, l'organismo a cui fanno capo le missioni nel mondo. Presenze diffuse e non troppo visibili, ma fondamentali per far andare avanti la complessa "macchina" del Vaticano.

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