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No vax, il compagno anti-Liliana Segre star del corteo: se la vergogna è comunista... tutti zitti

Enrico Paoli
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Il «compagno» che a Bologna ha insultato la senatrice, Liliana Segre, Gian Marco Capitani l'aveva definita «una donna che ricopre un seggio che non dovrebbe e che dovrebbe sparire da dove è», è tornato in piazza.A Milano avrebbe dovuto fare «solo» da spalla a Stefano Puzzer, il leader dei portuali di Trieste, che ha preferito fermarsi a Genova però. L'assenza del camallo dal presidio organizzato dai movimenti No Paura Day e Primum Non Nocere, ha permesso a Capitani di prendersi la piazza, dimostrando come il no al Green pass e al vaccino altro non siamo che semplici grimaldelli per entrare in politica. 

 

Capitani, che sogna un partito tutto suo, magari con Puzzer a fare da specchietto per le allodole, ha attaccato duramente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, presieduta dalla senatrice a vita, che «non ha fatto niente». «Il popolo non si distingue fra destra e sinistra, ma fra oppressori e oppressi e io faccio parte di questi ultimi», afferma Capitani dal palco «artigianale» di piazza del Duomo. Nel mirino del leader di "Primum non nocere", un movimento che, a detta sua, è «impeccabile» nelle sue esternazioni, il professor Roberto Burioni, i virologi in generale, il governo, in particolare il ministro Brunetta e il premier Mario Draghi, per finire con Greta Thunberg. 

Insomma, meglio attaccare tutti per accontentare tutta la piazza. E pazienza se poco c'entrano con Green pass e vaccini. Ma a Milano non c'è stato solo il presidio dei «discepoli» di Puzzer. Da piazza Fontana, per il quindicesimo sabato consecutivo, è partito il corteo dei no Green pass e no Vax. E, come al solito, è andato in scena il tradizionale copione di caos e violenze, verbali e fisiche. Un videomaker de La7, sul campo perla trasmissione Tagadà, è stato aggredito solo perché stava facendo il suo lavoro. Dopo gli sputi e gli spintoni i manifestanti hanno cercato di fargli cadere la telecamera. «Ennesimo grave e preoccupante episodio nei confronti di un collega che stava lavorando per garantire una corretta informazione», afferma il Movimento Liberi Giornalisti. E chi non viene aggredito fisicamente, viene offeso verbalmente. I manifestanti, davanti ad un Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, hanno indirizzato al sindaco, Beppe Sala, insulti di tutti i tipi. 

Le forze dell'ordine, schierate in assetto antisommossa, hanno impedito l'assalto al Palazzo, anche in considerazione delle minacce di morte ricevute del primo cittadino sul canale Telegram dei no Vax e no Green pass. Ovviamente in mezze alle offese, ai vaffa, ai «Sala bastardo», «libertà libertà». Per loro, non per gli altri. Traffico bloccato, negozianti imbufaliti per i mancati incassi e il lavoro saltato, automobilisti in preda ad una crisi di nervi per la viabilità andata a farsi benedire. Gli unici momenti di tensione, con le forze dell'ordine pronte a intervenire, quando il corteo di 4mila persone si è diviso in due, deviando dal percorso programmato. Un manifestante è stato fermato. 

E comunque il quindicesimo sabato consecutivo di corteo no Green pass, a Milano, si è concluso con i manifestanti a girovagare per la città, dopo aver rispettato il percorso previsto, e al grido di «giornalista terrorista» fuori dalla sede milanese della Rai, in corso Sempione. Perché i media «non raccontano la verità, solo menzogne, quelle del regime». Solo loro, no Vax e no Green pass, hanno il verbo, solo loro sanno tutto dei vaccini e del Covid. Beati loro. Tanto che al corteo hanno preso parte anche alcuni manifestanti che hanno ricevuto il Daspo per le proteste dei sabati precedenti.

 

Il gruppo dei «daspati», una mezza dozzina in tutto, non è partito da piazza Fontana, ma ha atteso l'arrivo della testa del corteo in piazza Cavour, questo perché il provvedimento nei loro confronti prevedeva il divieto di ingresso all'interno della cerchia dei Bastioni. Pure esperti di diritto 'sti no Green pass e no Vax. Dicevamo di Puzzer. «Bucato» il presidio di Milano il portuale triestino, assieme ai sui colleghi, ha preso parte alla manifestazione organizzata da 15 sabati consecutivi nel centro cittadino di Genova contro il Green pass. «Resteremo uniti», ha detto Puzzer intervenendo in piazza, parlando ormai da esponente politico. Dopo il presidio, al quale ha preso parte oltre un migliaio di persone, è seguìto il corteo: partito da piazza Matteotti ha percorso le vie del centro storico, via XXII Ottobre e via XX Settembre con rientro a piazza De Ferrari, sotto la sede della Regione.

 

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