Venezia, banchi a rotelle in discarica? Lucia Azzolina vede la foto e perde la testa: "Non le spiego niente, è un dramma"
Come i bambini che si tappano le orecchie per non sentire il rimprovero, così Lucia Azzolina messa al muro sul caso dei banchi a rotelle mandati in discarica da un liceo di Venezia risponde: "La questione è stata raccontata urbi et orbi, e io non ho più la voglia di rispondere. Non glielo devo spiegare io, deve andare nelle scuole e chiedere. E' un dramma che facciate ancora a queste domande", dice ai giornali locali che l'hanno interrogata. "Chieda alle scuole chi ha voluto e ha chiesto i banchi. Le domande che mi sta facendo indicano che lei è una persona profondamente disinformata".
Insomma, l'ex ministra grillina dell'Istruzione non vuole commentare in alcun modo la notizia di questo liceo del centro storico lagunare, il "Benedetti-Tommaseo", che aveva acquistato un anno fa i famosi banchi a rotelle e che nei giorni scorsi, vista l'impossibilità di utilizzarli, tramite la dirigente ha chiamato una ditta di trattamento rifiuti ingombranti, che ieri ha effettuato il trasporto come si vede nella foto che ha fatto il giro dei social.
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"Ritengo francamente sconcertanti le dichiarazioni di Lucia Azzolina, che nelle ultime ore ha preso pubblicamente le distanze dall'acquisto dei banchi a rotelle. Probabilmente l'esponente del Movimento 5 Stelle dimentica, o finge di non ricordare, le pompose conferenze stampa e le sue improvvide affermazioni rese quando occupava lo scranno più alto del Dicastero della pubblica istruzione, quando annunciava l'arrivo massivo nelle scuole italiane di queste 'sedute ludiche' quale presidio cruciale per affrontare l'insegnamento in presenza all'insegna della sicurezza e del distanziamento sociale", sbotta Elena Donazzan, assessore regionale all'Istruzione, alla Formazione e al Lavoro del Veneto, ed esponente di Fratelli d'Italia.
La Donazzan già un anno e mezzo fa aveva più volte bollato questa operazione come uno "spreco di denaro pubblico in un acquisto inutile di banchi, ingiustificato e irrealizzabile per l'inizio dell'anno scolastico". Quindi affonda: sebbene non sia più ministro "restano però gli strascichi di certe scelte politiche rivelatesi erronee, com'era ovvio che fosse, e l'amaro in bocca nel constatare che chi allora ha sbagliato oggi tenta di nascondere la propria testa nella sabbia e non sarà chiamato a risponderne".