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Variante Delta plus, allarme negli ospedali: boom di contagi in Italia, "obbligo di terza dose"

Antonio Castro
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Campagna vaccinale per la terza dose «da accelerare». Proprio permettere in "protezione" le fasce più delicate e potenzialmente esposte della popolazione. Non è ancora un allarme ma sicuramente c'è apprensione. Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, avverte che ci stiamo avviando verso «un momento critico con nuova mutazione variante Delta e aumento contagi tra operatori sanitari», segnale evidente che la fase più rilassata della pandemia appare, purtroppo, terminata. Le persone che hanno ricevuto la terza dose addizionale sono 202.621 (il 23,08% della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale). «È necessario che si acceleri sulla terza dose di vaccino anti Covid agli operatori sanitari», scandisce Anelli. Che sollecita l'accelerazione «in un momento abbastanza critico perché non sappiamo, per esempio, quando la variante Delta modificata arriverà in Italia. E, anche in quest' ottica, la vaccinazione dei sanitari diventa strategica per la salute dei cittadini, perché si possa garantire sempre il funzionamento del Servizio sanitario nazionale», spiega senza tanti giri di parole.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tanto più «alla luce di quanto sta avvenendo in questa fase con i dati Covid in ascesa in tutta Europa, i rischi legati alla nuova mutazione della variante Delta e al leggero aumento dei contagi tra gli operatori sanitari, rilevato questa settimana dell'Istituto superiore di Sanità, che, se si dovesse consolidare nel tempo, rappresenterebbe un elemento di criticità importante», taglia corto Anelli.

 

 

 

 

 

 

I numeri parlano chiaro. A partire dalla seconda metà di agosto, il numero di casi nella popolazione generale, spiega l'Istituto superiore della sanità (Iss), è vero che ha registrato una forte diminuzione. Però ora è in aumento il numero di casi settimanale evidenziati tra la popolazione dei professionisti sanitari. Per quanto riguarda la popolazione generale i contagi appaiono in questo momento sotto controllo. Ma se la situazione epidemica in Italia viene definita favorevole dagli esperti, ora a preoccupare sono i dati in controtendenza per gli operatori sanitari tra i quali le infezioni sono in aumento raggiungendo quota 1.444 negli ultimi 30 giorni.

 

 

 

 

 

 

 

I numeri aggiornati dei contagi tra i medici, infermieri e addetti all'assistenza sanitaria sono certificati dall'Iss. Questa settimana le nuove infezioni sono state 371. In crescita rispetto ai 306 casi monitorati solo 7 giorni fa. Un incremento da non sottovalutare (pari al 3,6% del totale dei casi nella popolazione). Dal febbraio 2020 i casi accertati tra gli operatori sanitari sono stati complessivamente 144.812. Un evidente campanello d'allarme. In Italia sono state somministrate 88.509.971 di dosi. Il commissario straordinario, Francesco Paolo Figluolo, ieri ha comunicato che sono «46.424.403 le persone che hanno ricevuto almeno una dose, l'85,96% della popolazione over 12. Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono 44.262.785, l'81,95% della popolazione over 12».

 

 

 

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