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Green pass, ecco quanti giorni mancano all'abolizione: così il generale Figliuolo si è "incastrato" da solo

Claudia Osmetti
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Soglia 90. È la percentuale di cittadini vaccinati che darà il via a innumerevoli misure. Nel senso di via le mascherine, via il distanziamento, via il green pass. E, diciamocelo subito, a occhio e croce mancano 34 giorni. Sì, è vero: nel frattempo la politica tentenna. La Lega che insiste nel voler disfarsi del certificato verde il prima possibile, Forza Italia che ci va più cauta e il premier Mario Draghi che non si sbilancia. È il generale Figliuolo, il commissario straordinario per l'emergenza, a fissare il punto: «La possibilità di allentare le misure come il Green pass si presenterà solo quando verrà raggiunto il 90% della popolazione vaccinata», conferma. Allora (e solo allora,) «sei comportamenti continueranno a essere responsabili e le curve confermeranno l'andamento, il governo potrà pensare a qualcosa che andrà verso un alleggerimento». L'esegesi parla chiaro: primo, o ci vacciniamo in massa (cosa che, per altro, già stiamo facendo) o tutto 'sto tiremmolla non è servito a nulla. Per inciso, il green pass questo era, una modalità per ingrossare le file di quelli che prenotano la punturina salva-pelle. È solo uno strumento, mica lo useremo per l'eternità. Però lo sapevamo.

 

 

 

ATTENZIONE ALTA

Secondo, le condizioni ci sono e sono imprescindibili: levare il Green pass non è un liberi tutti. La pandemia, nel mondo, non è ancora stata sconfitta e bisogna tenere l'attenzione alta. Però sapevamo pure questo. Terzo: i dati dovranno consolidare il trend, ossia pochi contagi, pochi ricoveri e poche ospedalizzazioni. Signori, l'unico modo che abbiamo affinché tutto ciò avvenga è correre a vaccinarsi. La buona notizia è che siamo a buon punto: tra le nazioni più virtuose del pianeta (il che è già un buon risultato), a ieri sera l'Italia poteva contare sull'85,71% di cittadini con almeno una dose inoculata, l'81,47% col ciclo completo e oltre 665mila soggetti fragili che han fatto addirittura il richiamo aggiuntivo. Senza nominare le regioni, come la Lombardia, che soglia 90 l'han già raggiunta. Ora, la domanda che si impone riguarda il calendario: quand'è che tireremo il tanto agognato respiro di sollievo?

 

 

 

LA CONTA

Tra un mesetto. Settimana più, settimana meno: tra 34 giorni. Il calcolo è presto fatto: «Con 70mila inoculazioni al giorno, per trenta giorni ci portiamo a casa due milioni di persone vaccinate in più, il che aiuterebbe ad arrivare al 90% di copertura vaccinale o, addirittura, a superarlo», a dirlo è ancora il generale Figliuolo. Da venerdì scorso, quando il Green pass è diventato indispensabile anche per entrare in ufficio, le richieste di vaccinazione si sono stabilizzate intorno alle 60mila al dì: con 60mila vaccinazioni al giorno, i due milioni a cui si riferisce Figliuolo scattano tra 34 giorni. Se la media non dovesse calare, se la risposta restasse alta, seil resto dei parametri restassero buoni, ci dovremmo essere: per i primi di dicembre, questa benedetta soglia 90, dovremmo centrarla. È l'obiettivo del ritorno alla normalità: teatri a capienza massima, ristoranti e pub a libero accesso. Dopo più di un anno e mezzo di restrizioni, sarebbe tutta un'altra vita. Dopodiché, certo: un conto son le previsioni e un conto è la realtà quando poi accade. Ma l'antifona è limpida: sono le ultime battute. I dati di ieri, d'altra parte, lasciano ben sperare. Sono oltre un milione i Green pass scaricati in 24 ore, una cifra finora mai raggiunta. Nuovo record di tamponi, 662mila, con le farmacie che lavorano a pieno ritmo: in un giorno sono stati effettuati oltre 500mila test rapidi. Per la prima volta, infine, le terze dosi (49.660) sono state più delle prime vaccinazioni (44.376), con 89.078 italiani che ieri si sono completamente vaccinati. 

 

 

 

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