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Trieste, si dimette il portavoce dei portuali: "Pago i miei errori". Vince l'ala dura della protesta no Green pass

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Ancora caos al porto di Trieste, il tutto per la protesta dei portuali contro il Green pass. Caos e svolta clamorosa: Stefano Puzzer lascia infatti  il Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste (Clpt): "È giusto che mi assuma le mie responsabilità", ha spiegato in un post su Facebook.

Il passo indietro è dovuto al fatto che ieri, sabato 16 ottobre, Puzzer aveva annunciato la fine dei blocchi, salvo poi fare retromarcia, scusandosi con i dissidenti che lo avevano rumorosamente contestato. Ne segue il passo indietro.

Nel post, Puzzer ha aggiunto: "Ho rassegnato le dimissioni dal Clpt di Trieste poiché è giusto che io mi assuma le mie responsabilità, una di queste è la decisione di proseguire il presidio fino al 20 di ottobre. La decisione è soltanto mia, non è stata forzata da nessuno, anzi non volevano accettarle ma io le ho pretese". Sconfessato dalla frangia più dura del movimento, al coordinatore non è restata altra possibilità che farsi da parte.

Dunque, Puzzer rimarca di essersi dimesso "sia dal ruolo di vicepresidente sia dal Coordinamento lavoratori portuali Trieste in seguito al caos generato dal comunicato e di ieri sera, perché sono errori che ho commesso io. Non voglio che la responsabilità cada su di loro". E ancora, ha aggiunto: "Io sciopererò fino al 20 ma tornerò a lavorare solo quando il Green Pass verrà ritirato. Andrò a portare pizze piuttosto oppure da Samer, dove non serve il Green Pass".

Quindi, si è rivolto ai manifestanti per spiegare le ragioni della sua rinuncia: "Stefano Puzzer non è il dio di nessuno, è uno che parla perché forse sa parlare meglio degli altri, perché è meno timido degli altri, ma questa lotta contro il decreto è di tutti i lavoratori portuali, di tutti i lavoratori italiani". Quindi ha arringato la folla, lanciando il coro "la gente come noi non molla mai", raccogliendo così un ultimo applauso.

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