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No Green Pass, non solo autostrade. "Blocco totale", un venerdì di delirio: ecco tutti i luoghi a rischio

Sandro Iacometti
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Sembrava che all'angolo ci fossero i no vax, costretti a fare tamponi a raffica e ad essere schedati contro la propria volontà per poter lavorare. E invece, alla fine, a rischiare di fare veramente i conti col green pass potrebbero essere tutti gli altri. Già, perché a poche ore dall'obbligo del certificato verde tutto lascia pensare che le nuove normative anti-Covid non provocheranno solo sbuffi, lamentele e occhiatacce, ma disservizi, disagi e, forse, blocchi totali di alcune attività. A gettare un po' di benzina sul fuoco, tanto per non farsi mancare niente, è stata Luciana Lamorgese. È partita dal capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Bruno Frattasi, infatti, la circolare che ieri ha scatenato un putiferio. Nel documento, inviato a tutti i prefetti e per conoscenza al dipartimento di pubblica sicurezza, si lancia un vero e proprio allarme sugli effetti che i lasciapassare obbligatorio potrebbe avere su alcuni «ambiti lavorativi, pubblici o privati, di peculiare delicatezza, come ad esempio, nel settore dei servizi essenziali e, in special modo, in quello dei trasporti». Nel mirino, in particolare, ci sono i portuali. La cui attività è talmente importante da spingere la presidenza del Consiglio dei ministri a tenere una riunione apposita per avviare un immediato monitoraggio dei dipendenti sprovvisti del certificato.


MONITORAGGIO - L'obiettivo è quello di disporre di «un quadro valutativo sulla possibile incidenza di eventuali defezioni suscettibile di determinare una grave compromissione dell'operatività degli scali». Insomma, i porto si possono bloccare. Ed ecco l'idea. «Sollecitare le imprese acché valutino di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass, test molecolari o antigenici rapidi gratuito». Avete capito bene. A un paio di giorni dall'introduzione dell'obbligo, mentre la gente scende inviperita in piazza, Mario Draghi firma i Dpcm con regole un po' cerchiobottiste sui controlli e i partiti litigano sulla necessità o meno di regalare i tamponi, il Viminale se ne esce dicendo: qua salta tutto, bisogna fare i test gratuiti. E fortuna che è il governo dei migliori. Altrimenti è difficile immaginare cosa sarebbe potuto succedere. A poco è servita una seconda circolare riparatoria in cui si precisa che gli operatori economici «potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa ai fini dell'acquisizione del green pass da parte dei dipendenti sprovvisti». I sindacati sono subito insorti dicendo che il tampone gratis deve essere esteso a tutto il settore dei trasporti. Altri, come la Fast-Confsal, sigla autonoma del settore, pretendono che sia lo Stato e non l'azienda apagare. Tesi del resto sostenuta ieri a gran voce (facendo infuriare il Pd, che per una volta se l'è persino presa con la Lamorgese) anche da Beppe Grillo, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. E per chiedere la stessa cosa si è mobilitato persino il Sindacato Aeronautica Militare, che ha indetto il suo primo sit-in della storia davanti all'ingresso della base militare di Sigonella. E potrebbe essere solo l'inizio, secondo il leader della Lega, infatti, ci sono circa ventimila poliziotti senza green pass. Che salgono a 40mila se si contano pure carabinieri e finanzieri. «Il sistema non è pronto per fronteggiare la mole di attività che si renderanno necessarie per consentire a tutti di accedere nei luoghi di lavoro», ha detto il segretario generale di Fsp polizia, Valter Mazzetti. «Chi garantirà l'ordine pubblico», si è chiesto, «la fata turchina?». Già così sarebbe sufficiente a far prevedere il peggio. Ma, purtroppo, non è tutto. Nel pomeriggio ha preso carta e penna e ha scritto a Draghi, anche Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto-Confcommercio, lanciando un messaggio non proprio tranquillizzante: «Fra due giorni si rischia il caos, con un'incognita enorme nei rifornimenti e sul funzionamento regolare dei trasporti».

SERVIZI - Forse lo abbiamo dimenticato, ma le forze dell'ordine e i servizi essenziali sono le uniche cose che hanno permesso al Paese di andare avanti anche durante i periodi di lockdown più duro, quello in cui poteva uscire di casa solo chi aveva un cane in difficoltà coi bisogni. Ora che stiamo ripartendo, il rischio è che avenir meno siano proprio quelle attività che non si possono mai bloccare, anche a costo, come fa la commissione di garanzia, di sospendere tutele costituzionali come il diritto allo sciopero. Ah già, dimenticavo. In serata pure i portuali invidiati da tutti si sono fatti sentire. E dei tamponi gratuiti, a quanto pare, non gliene frega niente. «Non scenderemo a patti», hanno fatto sapere quelli di Trieste, «finché non sarà tolto l'obbligo di green pass per tutti». Traduzione: venerdì ci sarà il blocco delle operazioni all'interno del porto.

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