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No-Green pass, "purtroppo non ci sono più le Br": violenza fascista? Ma nelle chat si inneggia al terrorismo rosso

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Quanto accaduto sabato 9 ottobre in piazza "è solo l'assaggio". Lo promettono i No-Green pass sulle chat Telegram dove sembra tutto pronto per un'altra rivolta. La data da cerchiare in rosso è quella del 15 ottobre, giorno in cui il certificato verde diventerà obbligatorio sul posto di lavoro. Questa volta, vanno dicendo, "non ci faremo trovare a mani nude". Oltre alle minacce, i manifestanti espongono le proprie posizioni politiche. Molte delle quali di natura opposta a quanto stanno da giorni raccontando Pd e compagni. 

 

 

"Purtroppo non ci sono più le Br", scrive uno dei tanti riottosi, mentre un altro non attende a fargli eco: "Sono qui, no Global 100 per cento, insieme a molti altri. Combattevo allora per diritti di altri che sono nati in altri Paesi, oggi combatto per il mio, dove i diritti sono stati corrotti e negoziati per Big pharma. Ora come oggi mi oppongo allo strapotere delle multinazionali. Di black block non voglio sentir parlare".

 

 

Insomma, i messaggi pubblicati dal Giornale.it smentiscono la teoria dei sinistri: in piazza c'era di tutto. Giorgia Meloni aveva dunque ragione nel condannare gli atti di violenza, ma allo stesso tempo di confidare di non conoscere "la matrice". Intanto il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e il premier Mario Draghi stanno ragionando sul piano da mettere in atto per evitare il ripetersi degli scontri. Soprattutto ora che le minacce non sono poi così velate: "Guardarli in faccia e poi aspettarli sotto casa... Vedi come gli passa". E ancora: "Brucino in piazza tutti quei criminali", si legge contro poliziotti, politici e giornalisti. "Non saranno risparmiati - è il loro impegno - neppure Draghi e Mattarella". 

 

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