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No Green pass, il direttore del Policlinico Umberto i: "Hanno isolato la sala rossa. Mai visto nulla del genere"

 Francesco Pugliese

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E' sotto choc Francesco Pugliese, il direttore del pronto soccorso del Policlinico Umberto I dopo l'assalto no vax e no green pass. Quello che ha visto è "impensabile", una "violenza cieca, pura", racconta in una intervista a Il Corriere della Sera. "La sala emergenze era isolata, se fosse arrivato un paziente grave, in quei minuti l'accesso sarebbe stato impedito. Mai vista una tale furia". Un anno fa Pugliese lottava con i colleghi contro la seconda ondata del Covid, oggi è in corso un'altra guerra, insensata: "Avevamo questo paziente, arrivava dalla manifestazione, ma rifiutava i trattamenti, persino il tampone. Inveiva contro il personale. Dieci persone si erano radunate fuori dal pronto soccorso per lui, come fossero venuti a liberarlo. La tensione è salita quando sono diventati quaranta". Forse si trattava di "parenti, amici, ma anche no vax e no green pass a sentire quello che urlavano. Insulti irripetibili, minacce. Mai i colleghi si erano sentiti addosso parole di tale violenza. Cieca. Pura". E "queste persone hanno fatto irruzione nell'area accettazione, in pratica isolando la sala rossa, quella dei pazienti critici. Se fosse arrivata un'urgenza in quei minuti...".

 

 

Ma ecco i fatti. "Prima che arrivasse la polizia, nella zona sanitaria c'è stato l'assalto vero, con i medici, gli infermieri, le guardie che tentavano di respingere queste persone. Aggressioni, spintoni, bottigliette lanciate addosso. Hanno rotto la porta di ingresso del pronto soccorso, ci sono stati altri danni, ma soprattutto hanno costretto il personale a barricarsi dietro le porte blindate della sala gialla. Era piena di pazienti, anche loro terrorizzati. Una rabbia mai vista, in un luogo dove si curano malati, moribondi. Un pronto soccorso è come la Croce Rossa in zona di guerra: sacro, intoccabile".

 

 

Invece è successo quello che sappiamo. "Abbiamo curato tre colleghi e due poliziotti feriti, non sono gravi. Siamo tutti sotto choc, ma anche demotivati. Vediamo questo atteggiamento estremista anche nei no vax che curiamo, ci chiedono 'che mi fate, che mi iniettate?'. Per un medico vedersi morire tra le mani queste persone che si potevano salvare, veder buttar via così delle vite... mi scusi non trovo le parole".

 

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