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Papa Francesco, scoop-Nuzzi: "Chi c'è tra i congiurati", qui crolla il Vaticano

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"Nei sacri palazzi si cercano i congiurati, quelli che Papa Francesco solo qualche giorno fa indicava intorno a un tavolo, pronti a tratteggiare il volto del nuovo Pontefice, eletto da un imminente conclave. I loro nomi non sono mai stati un mistero, figurarsi ora, dopo le nuove dichiarazioni di Francesco contro l'aborto che riducono le distanze con la Chiesa più dogmatica. Ma a sorpresa potrebbero emergere nuovi insospettabili nomi, un tempo fedelissimi dello stesso Bergoglio". Così scrive Gianluigi Nuzzi sulla Stampa.

 

 

 

"I congiurati appartengono a una chiesa imperiale - spiega un sacerdote, da sempre vicino al Pontefice - che Bergoglio respinge. Una Chiesa del privilegio, che ama essere riconosciuta, alligna nelle prebende, non vuole sottoporsi al giudizio di nessuno, nell'assoluta autoreferenzialità". Da qui la doppia morsa al papato: da una parte appunto i conservatori che leggono come deriva teologica le aperture di Francesco, dall'altra quel sistema di potere che si riteneva intoccabile e che dai tempi di Paolo VI imperversa in curia.

 

"Non è infatti un mistero che il "nuovo corso", preparato tra enormi fatiche già ai tempi di Benedetto XVI e di Ettore Gotti Tedeschi allo Ior dieci anni fa, subisca brusche frenate, prosegua a singhiozzo. In curia ancora ricordano quell'illuminante missiva ricevuta solo qualche anno fa da Bergoglio nella quale diversi coraggiosi dipendenti del Vaticano lamentavano di non poter applicare la nuova legge anti riciclaggio: I giornali di tutto il mondo inneggiavano a questo cambiamento ma, in realtà, eravamo ancora fermi con le mani legate perché non erano state preparate le norme attuative da seguire", scive Nuzzi. Si ritorna anche sul caso Becciu. "Non c'è stato errore di Becciu ma di un sistema che pensa di essere intoccabile". In questa prospettiva potrebbero emergere altre operazioni finanziarie sospette, intercettate dai sistemi ispettivi delle banche centrali dei Paesi coinvolti.

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