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Luca Morisi, l'ombra del ricatto per soldi: "C'è stato un furto". Dopo la menzogna del rumeno al telefono...

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Sono ancora poco chiari i contorni dell’inchiesta che riguarda Luca Morisi, che rischia di avere strascichi pesanti dal punto di vista politico più che giudiziario. Nella giornata di ieri sono emersi dei dettagli importanti che aiutano a farsi un’idea sulla vicenda, anche se non la chiarisce davvero: per quello ci sarà bisogno di tempo. Si parte intanto della telefonata di Petre, un rumeno di 20 anni che dopo essere uscito dalla casa di Morisi ha chiamato il 112 per fare una denuncia. "C'è stato un furto"...

 

 

Quando arrivano i militari, il ragazzo viene identificato insieme a un altro rumeno e al quel punto racconta di essere stato derubato da Morisi, con il quale avrebbero trascorso una notte di sesso a pagamento e consumato cocaina. Una boccetta di ghb (la cosiddetta droga dello stupro) è poi stata trovata nel corso di una perquisizione nello zaino dell’escort, che ha insistito nel dire che non fosse sua ma che venisse dalla casa di Morisi: “Quella è roba sua, non so chi l’ha messa nel mio zaino”. L’ex capo della propaganda salviniana ha smentito più volte, sostenendo che quel flacone non gli appartenesse. Poi in casa sono stati trovati due grammi di cocaina, che hanno fatto scattare la denuncia per sospetta cessione e detenzione di sostanze stupefacenti.

 

 

Il sospetto è che Morisi possa essersi ritrovato sotto ricatto, a giudicare dal comportamento molto strano dell’escort rumeno. Anche perché quest’ultimo ha dichiarato che Morisi non avrebbe pagato il compenso pattuito: “Il patto è che voleva usare droga perché voleva divertirsi, per queste cose si paga. Ma i soldi non sono mai arrivati perché la carta era bloccata o qualcosa del genere, c’era qualcosa che non andava”.

 

 

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