Davide Pecorelli, "prima la tragedia e poi Medjugorje": sparito 9 mesi, sconcertante confessione. E in procura ci va conciato così...
Nuovi sviluppi nel caso di Davide Pecorelli, l'imprenditore scomparso e ritrovato vivo dopo 9 mesi: di lui si erano perse le tracce lo scorso gennaio, è stato ritrovato nell'Adriatico su un gommone alla deriva. Lunedì si è presentato da Raffaele Pignatone, procuratore capo di Perugia, con un look assai bizzarro: capelli lunghe e mesciati, cappellino, occhiali da sole, giacchetto verde militare e una t-shirt con teschio incrociato. Interrogato come persona informata sui fatti in relazione proprio alla sua scomparsa avvenuta in Albania. Il ritrovamento, per inciso, è avvenuto al largo dell'isola di Montecristo.
In procura Pecorelli si è presentato senza avvocato, dunque per quasi tre ore ha dato la sua versione dei fatti ai magistrati di Perugia, che nei mesi scorsi avevano aperto un fascicolo d'indagine per omicidio volontario e traffico di droga dopo la denuncia di scomparsa presentata dall'ex moglie. Il caso è un vero giallo: dopo la sua scomparsa in Albania, era stata ritrovata un'auto noleggiata da Pecorelli al confine col Kosovo, bruciata, con alcuni suoi effetti personali all'interno e soprattutto con dei resti umani carbonizzati.
E al termine dell'interrogatorio, all'uscita dalla procura, prima di salire sull'auto che guidava sua moglie, Pecorelli ha affermato: "Sono stato otto mesi a Medjugorje, anzi vicino, in una comunità di preti. Non ho nulla da nascondere, i procuratori hanno preso atto dei reati che ho commesso - ha premesso -. Ho riferito tutto ai magistrati, ho commesso dei reati in Albania. Ora vado dai miei figli, l'unica cosa certa è che non farò l'imprenditore in Italia. Non sono rimasto in contatto con nessuno e i miei familiari non sapevano nulla. L'assicurazione sulla vita? Sono un imprenditore e ho la polizza da 30 anni. Quello che posso dire è che la prima parte di questa vicenda è tragica", ha concluso fomentando il mistero.