Variante Delta "più veloce del tampone", l'allarme di Brusaferro: perché rischiamo un boom di contagi
L'estensione della validità del tampone da 48 a 72 ore non va giù a Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di Sanità e portavoce del Comitato tecnico scientifico: "L'incubazione con la variante Delta è più veloce e, più tempo passa dall'esecuzione del test, più può aumentare il rischio di esposizione al virus", ha detto in un'intervista a La Stampa. Poi ha aggiunto: "Il tampone è solo uno strumento di supporto, che non garantisce un'immunità: se negativo ci dice che, nel momento in cui ci si sottopone al test, con elevata probabilità non si è infetti".
Secondo l'esperto, insomma, l'allungamento da 48 a 72 ore è sbagliato perché "l'incubazione del virus con la variante Delta è più ridotta, intorno alle 48 ore, quindi l'obiettivo deve essere quello di contenere al massimo il rischio di trasmissione di un'infezione contratta dopo il tampone". Sull'eventuale terza dose, invece, ha detto: "E' uno strumento per mantenere elevata la protezione immunitaria delle persone più fragili. In questa fase stiamo ancora valutando se, quando e a chi fare un'ulteriore iniezione".
"Doppio salto di specie". Covid, alle origini della pandemia: si riscrive la storia
Infine, sulla possibilità di imporre l'obbligo vaccinale, non si sbilancia: "Dobbiamo raggiungere la copertura più alta possibile, non c'è una soglia precisa da poter indicare oggi. I punti di riferimento sono la circolazione del virus, quindi l'incidenza dei contagi, e la necessità dei positivi di ricorrere a cure sanitarie, quindi i ricoveri. In base a questi dati si faranno le valutazioni".