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Paolo Tortora, dalle star di Hollywood ai poveri di Napoli: maledetto Covid, i segreti del "re dei buffet" morto a 61 anni

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Non si era vaccinato con l’intenzione di fare la prima dose a ottobre “per affrontare l’inverno”, ma il Covid lo ha purtroppo anticipato e si è preso la sua vita. È morto a 61 anni Paolo Tortora, imprenditore campano conosciuto come il re dei catering e buffet napoletani, ma anche come il sarto della ristorazione per la precisione maniacale che metteva nel suo lavoro. Avesse compreso l’urgenza di vaccinarsi il prima possibile, oggi sarebbe ancora tra noi.

 

 

E invece Tortora si è ammalato a inizio agosto, poi il 12 è stato trasportato in ospedale e il 22 è stato intubato. Da allora ha lottato per la vita, ma non ce l’ha fatta. “C’è stato un momento - ha dichiarato la moglie in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno - in cui sembrava anche che le cose andassero meglio. Poi dopo giorni passati con il casco e qualche miglioramento la situazione è precipitata nel giro di due ore”. La sua morte ha sconvolto tantissime persone, dato che Tortora era conosciutissimo, anche all’estero.

 

 

Aveva infatti lavorato con produzioni cinematografiche hollywoodiane e di primo piano quali Mission Impossibile 3 (con Tom Cruise alla Reggia di Caserta) e il Trono di Spade, con l’evento nel centro storico di Napoli nel 2016. Inoltre Tortora si contraddistingueva per il suo impegno sociale: era a tutti gli effetti una brava persona, fregata dal non essersi vaccinato contro il Covid. Da più di quindici anni aiutava a realizzare diversi pranzi natalizi a Scampia, nella chiesa dei Santi Severino e Sossio e nel carcere napoletano. “Paolo ci mancherà, voglio ricordarlo come un vero amico dei poveri”, ha dichiarato Antonio Mattone, portavoce della Comunità di Sant’Egidio.

 

 

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