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Simona Cavallaro, la "vendetta" contro i cani randagi: "Come li hanno uccisi". Una strage, Catanzaro sotto choc

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A distanza di una settimana dalla tragedia di Satriano, dove alcuni cani da pastore hanno azzannato e ucciso Simona Cavallaro, un episodio spregevole si è verificato in diversi quartieri di Catanzaro. Una ventina di cani randagi sono stati avvelenati con la stricnina: una sorta di vendetta crudele, così qualcuno ha pensato di fare “giustizia” nel nome della ragazza di vent’anni che è morta in un’area picnic nella pineta di Monte Fiorino, nei pressi del capoluogo calabrese.

 

 

Stando a quanto riporta il Corsera, i cani avvelenati non avevano mai fatto male a nessuno: alcuni avevano anche dei padroni, ma in generale erano integrati all’interno della comunità. Nei quartieri venivano infatti trattati bene, al punto da non essere raro vedere quegli animali giocare con i bambini negli spazi verdi. Negli scorsi giorni c’era stata una riunione convocata dal sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, per affrontare il tema del randagismo con le associazioni animaliste.

 

 

Ma di certo la soluzione non era eliminare i cani avvelenandoli. Ciò rappresenta solo “una sorta di stupida vendetta contro povere bestie indifese”, ha dichiarato al Corsera la presidente nazionale dell’Enpa. “C’è certamente una correlazione tra i due episodi - ha aggiunto Carla Rocchi - e c’è comunque anche una colpevolezza che si basa su due livelli: il primo la ferocia e l’ignoranza di chi compie questi atti; il secondo riguarda le istituzioni, che da anni non hanno fatto nulla per risolvere il fenomeno del randagismo”.

 

 

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