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Tevere invaso dai pesci morti, "puzza insostenibile" e mistero inquietante: cosa c'è dietro?

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Da una settimana una miriade di pesci morti copre la superficie del Tevere dal centro alla foce, fino al litorale di Focene e Fiumicino. Al di là dello spettacolo inquietante, inizia a esserci un problema molto grave: semplicemente, i pesci puzzano e pure tanto. Chi passa per quelle zone è costretto a turarsi il naso, con danni enormi per bar e ristoranti che si trovano sul fiume e che sono costretti a scappare.

 

 

Repubblica nell’edizione odierna riassume bene i danni, che sono su tutta la linea: ambientale, sanitario, turistico, economico e di decoro urbano. In attesa che facciano il loro corso le varie analisi necessarie a stabilire le possibili cause di questo disastro, c’è un rebus legato a chi deve ripulire la zona. Ama ha chiarito che non è previsto nel contratto di servizio, mentre la Regione Lazio dice che è competenza del Comune di Roma: solito cortocircuito politico e i pesci sono ancora lì, morti e putrefatti, rendendo la vita impossibile ai romani e soprattutto agli esercenti di quella zona.

 

 

Per quanto riguarda le ipotesi a monte del disastro, non sarebbe la prima volta che qualche ditta versa illegalmente veleni nel fiume. “Potremmo avanzare due ipotesi - ha dichiarato il biologo marino Leonardo Tunesi a Repubblica - prima delle grandi piogge di fine agosto, quando il Tevere era in secca, qualcuno si è liberato dei suoi rifiuti tossici che hanno ucciso i pesci. La piena li ha poi trascinati fino al mare. Oppure qualcuno ha sversato sostanze tossiche contando sull’impunità”.

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