Vaccino, il messaggio riservato di Pfizer: "A rischio". Franco Bechis: "Stiamo perdendo la guerra col virus"
La possibilità di una terza dose contro il Covid si fa sempre più concreta. Allo stesso tempo, però, pare che una delle case farmaceutiche più impegnate nella produzione dei farmaci, Pfizer, abbia dato un allarme da tenere in seria considerazione. L'azienda, come scrive Franco Bechis sul Tempo, teme di non potere soddisfare la domanda mondiale di vaccini e avverte gli investitori: "Stiamo assistendo a un aumento della domanda complessiva nel settore per alcuni componenti e materie prime che potrebbero limitare l'offerta disponibile, il che potrebbe avere un impatto futuro sulle nostra attività".
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Un bel guaio se solo si pensa che - per il 2021 - Pfizer ha in tasca accordi già firmati con Usa, Ue e altri paesi per 2,1 miliardi di dosi. Anche se ne produrrà 3 miliardi entro dicembre, convinta che arriveranno richieste per la terza dose. E in effetti i soli Stati Uniti hanno già ordinato 200 milioni di dosi aggiuntive entro fine anno. Sul 2022 nessuna certezza. Ecco perché adesso l'azienda si starebbe impegnando a studiare alternative al vaccino: sono in fase di sperimentazione un farmaco anti-Covid da prendere per via orale e un analogo farmaco da somministrare endovena.
Secondo il direttore del quotidiano romano, questa guerra contro il virus non riusciremo a vincerla, vista anche la crescita del numero di positivi e ospedalizzazioni tra i vaccinati. "Sempre più contagi, ospedalizzazioni, e purtroppo anche ricoveri in terapia intensiva e decessi - pur nei numeri piccoli di questi tempi - riguardano italiani che avevano ricevuto il ciclo intero di vaccinazione - scrive Bechis -. Questi numeri dicono che i vaccini (ma non sappiamo davvero per quanto tempo) proteggono la vita di chi li fa in modo significativo, ma non proteggono nessun altro che sta loro intorno. Chi è vaccinato si contagia come chi non è vaccinato, e numericamente più dei non vaccinati (spiegazione matematica: sono più i vaccinati dei non vaccinati) e quindi contagia gli altri. I numeri dicono anche che man mano che trascorre il tempo dall'ultima vaccinazione anche la protezione su se stessi si affievolisce e non abbiamo alcuna evidenza certa di quando scomparirà del tutto".
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