Variante Delta in Italia, ecco i veri numeri sui ricoveri in ospedale: sul vaccino non si può più scherzare
«Noi abbiamo diritto e libertà di opinione e di parola contro i caproni che si sono vaccinati e adesso hanno il virus. È a causa loro si è formata la variante Delta». Così parlò un No-vax, uno dei tanti scesi in piazza sabato e tornati a manifestare ieri mattina a Torino per contestare il generale Francesco Paolo Figliuolo. Chi si fida di Pfizer o Moderna è una capra, tuona lo scettico. Chi affronta il Covid fregandosene del parere dei medici è invece scaltro come una faina. E infatti, spiegano i leader del movimento, nonostante la campagna condotta dal governo, la pandemia sta riprendendo quota. Ieri il tasso di positività è tornato al 3,5%, come a maggio. I ricoverati sono aumentati di 120 unità e altri quattro posti in terapia sono stati occupati. Leggendo i dati, però, emerge una realtà chiarissima.
COSA SUCCEDE
Il concetto da fissare è che in ospedale ormai ci finisce chi - per scelta o ritardo - non si è ancora vaccinato. In Italia su 151 persone ricoverate in terapia intensiva dall'11 giugno all'11 luglio solo 8 avevano già assunto i nuovi farmaci. Su quasi 2000 ricoverati solo 224 erano passati per i centri con la primula, praticamente uno su 10. In Veneto su 64 ricoverati non si trova neanche una persona già sottoposta a doppia dose. In Emilia Romagna situazione identica: zero vaccinati in corsia su 161 pazienti. Stesse cifre anche in Umbria e in Liguria, dove i medici non hanno più visto passare persone già immunizzate. Solo in Lombardia si trova una frazione di persone in ospedale - circa un decimo - che aveva già in tasca un Green pass, male autorità spiegano che bisogna anche vedere la ragione per cui sono state ricoverate, se per sintomi da Coronavirus o altro. D'altra parte, come spiega l'ultimo report dell'Istituto Superiore di Sanità, anche il siero contro il Covid, come accade per tutte le vaccinazioni, non è infallibile. Attualmente sappiamo che il ciclo vaccinale completo protegge all'88% dall'infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia. Ecco spiegata la ragione per cui 10 persone tra i 60 e i 79 anni sono morte dall'11 giugno a oggi nonostante i farmaci.
Va detto, però, che i non vaccinati deceduti sono stati dieci volte tanto. Altro punto: a trainare la ripartenza del virus sono, guarda caso, alcune delle regioni con meno iniezioni fatte: in particolare Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia, toccano rispettivamente il 4%, 6%, il 5% e il 7% di terapie intensive occupate. Mentre nessuna regione del Centro-Nord supera la media nazionale. La convenienza del vaccino, insomma, pare evidente. Non solo per gli anziani. Le undici persone sotto i 39 anni finite in terapia intensiva quest' estate potrebbero testimoniarlo. Proprio ai ragazzi si è rivolto ieri Figliuolo poco dopo la contestazione: «Ho visto che ci sono tanti giovani, c'è anche qualcuno contrario, è giusto così: è un paese libero». Gli slogan dei manifestanti erano quelli già sentiti sabato: «Giù le mani dai bambini», «i bambini non sono cavie». Poi un pensiero per la stampa: «Giornalisti di m...». Qualcuno ha perfino tentato di avvicinare il commissario per l'emergenza Covid, ma è stato respinto dalla polizia. Una signora si è messa a recitare al megafono alcuni articoli della Costituzione.
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I NUOVI CORTEI
Insomma, il fronte degli scettici è più vispo che mai. Oggi il movimento "Io apro" tornerà a sfilare in mezza Italia. Ieri il Viminale ha innescato una piccola polemica, sottolineando che le manifestazioni di sabato non erano state autorizzate e ha invitato a evitare il paragone tra chi impone il Green pass e il nazismo («Non c'è alcuna dittatura», ha detto il ministro Lamorgese). Nel frattempo, alcune persone sono state denunciate per l'assalto al banchetto di Forza Italia a Pescara. Tra loro, anche un ex ginecologo radiato dall'ordine e un avvocato. Domani, invece, si terranno alcune fiaccolate. A quella di Roma hanno aderito anche alcuni parlamentari, tra cui Vittorio Sgarbi e Gianluigi Paragone. E ci saranno anche due parlamentari leghisti, ovvero Armando Siri e Claudio Borghi. Il tutto mentre il governo si prepara ad estendere l'utilizzo del Green pass. Per la maggioranza sarà una lunga estate.