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Voghera, il caso Adriatici dimostra che vietare ai privati di armarsi è tipico delle dittature

Giovanni Sallusti
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Lo stupidario progressista nostrano si è arricchito di un nuovo capitolo, lo slogan beota #StopArmiPrivate. A sostenere il tormentone, vagamente sciacallesco in quanto allestito sul caso dell'assessore leghista di Voghera Massimo Adriatici che in una colluttazione ha esploso un colpo fatale contro il marocchino irregolare Youns El Bossettaoui, anche il comandante in capo del banalmente corretto democratico, Enrico Letta. Che in un tweet ci ha regalato la seguente meditazione: «È un giorno triste. Saranno inquirenti e autorità giudiziarie a decidere. Ma una cosa dobbiamo e possiamo farla: #StopArmiPrivate. In giro con le armi solo poliziotti e carabinieri». E ovviamente la proposta piace molto alla gente che piace, a partire dai radicalchiccosissimi sindaci di Milano e Firenze, Beppe Sala e Dario Nardella.

Ma, se è per questo, il segretario dem può vantare compagni di cordata ben più prestigiosi. Xi Jinping e Kim Jong Un, ad esempio, rispettivamente leader pressoché plenipotenziario della Cina comunista e dittatore della Corea del Nord. O, se vogliamo fare un esercizio storico, due signori non irrilevanti per le convulsioni del Novecento, tali Adolf Hitler e Josif Stalin. Non è una provocazione, ma un'ovvietà teorica e pratica: la prima preoccupazione di ogni totalitarismo è evitare che i cittadini (o meglio, i sudditi) possano difendersi dai soprusi e dalle persecuzioni dello Stato/Partito. Sarà un caso, ma le legislazioni più restrittive in materia di "armi private" recano le seguenti, illuminate firme. Unione Sovietica, 1929: controllo rigido delle armi. Germania, 1938: legge contro la libera circolazione delle armi. Cina, 1935, analogo divieto, in vigore ancora oggi, come d'altronde, come detto, in Corea del Nord.

 

 

 

Sarà sempre un caso, ma quella che rimane la più grande democrazia liberale del mondo, gli Stati Uniti d'America, al contrario non ci pensa minimamente, nonostante i periodici strilli moralistici al di qua dell'Atlantico, ad abolire il famigerato Secondo Emendamento, che garantisce il diritto a possedere armi. Anzi, nella loro cultura è la garanzia estrema, e quindi intoccabile, contro la possibilità che il potere degeneri in tirannia (con le parole di Thomas Jefferson: «Quale Paese può conservare la propria libertà se ai suoi governanti non viene rammentato che la popolazione conserva il proprio spirito di resistenza?»).

 

 

 

È eccesso di lassismo di una nazione costruita sulla Colt (e sull'intangibilità dell'individuo, en passant)? Può essere. Quel che è certo, è come si chiamano quei Paesi che nella storia hanno impedito per legge "le armi ai privati", come gridano le prefiche della sinistra italica: dittature.

 

 

 

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