Coronavirus, Variante Delta fuori controllo: "Mezza Italia in zona gialla tra due settimane". La percentuale di rischio regione per regione
Le zone gialle e nuove chiusure contro il Coronavirus e l'avanzare della Variante Delta: parlarne non è più un tabù, e anzi il ritorno alle limitazioni stanno diventando con il passare dei giorni una certezza. E come nei mesi scorsi, se gli esperti del Cts premono per prendere provvedimenti già ora, entro la fine dell'estate, per evitare che in autunno la situazione precipiti, politici, governatori e associazioni di categoria chiedono di lasciare respirare italiani ed economia. Magari adottando misure giudicate più "morbide", come il green pass all'italiana che pure divide.
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Una cosa è certa: dati del bollettino alla mano, la curva dei contagi e l'indice Rt si stanno alzando in maniera preoccupante e inquietante, visto che siamo solo alla prima metà di luglio e tutto, dai vaccini al clima, in teoria avrebbe dovuto agevolare il loro appiattimento. Invece, come ormai acclarato, la Variante Delta riesce a bucare i vaccini: questo significa che chi è già immunizzato con doppia dose può prendere il virus in forma leggera, ma trasmetterlo. E chi è vaccinato con una sola dose o è "no vax" può finire anche in ospedale "o al camposanto", come ama ricordare spesso il virologo Massimo Galli.
Le regioni, preoccupate di finire in zona gialla con conseguente effetto boomerang su turismo e attività commerciali, chiedono al governo di affiancare al parametro dei 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti anche il dato sui posti letto occupati in terapia intensiva (20%) e nei reparti di medicina (30%). Gli ospedali per ora non sono sotto pressione, ma proprio questo fatto secondo molti esperti rischia di "distrarre" e far ritardare i provvedimenti. Come riporta la Stampa, secondo uno studio dell'Altems, l'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell'Università Cattolica, "in base al nuovo parametro ha calcolato la percentuale di rischio di finire in giallo da qui a una settimana. Che è del 32% per la Sardegna e del 31 per la Sicilia. Il che vuol dire mascherina tirata su anche all'aperto e bar e ristoranti al chiuso serrati dalle 18 da qui a 21 giorni". Rischiano anche "il Veneto con il 24% di possibilità a sette giorni, Lazio e Campania con il 20%. Il Piemonte sarebbe al 15% di probabilità e la Liguria al 12%". Ma se come si teme l'accelerazione dei contagi continuerà, spiega Americo Cicchetti direttore di Altems, "i rischi di ingresso in zona gialla crescerebbero proporzionalmente". Ad esempio, "la Sardegna avrebbe il 72% delle probabilità di tingersi di giallo tra una settimana e la certezza tra due. Stessa cosa la Sicilia, al 53% di possibilità già tra sette giorni, quando al 45% di rischio sarebbe il Veneto, al 43% il Molise, al 37% l'Alto Adige, al 35% la Lombardia, al 34% le Marche". Sette regioni, mezza Italia di nuovo in zona gialla ad agosto.