Coronavirus, 15 studenti veneti bloccati in Grecia dopo il tampone. La denuncia: "Zero indicazioni dalle autorità"
La vacanza di 15 studenti veneti in Grecia si è trasformata in un incubo. I ragazzi, che avrebbero voluto solo rilassarsi e divertirsi dopo la tanto sudata maturità, hanno dovuto fare i conti col Covid. Il gruppo avrebbe dovuto far ritorno in aereo ieri sera all'aeroporto Marco Polo di Tessera a Venezia e invece adesso è bloccato sull'isola di Ios, perché alcuni sono risultati positivi. Il problema però è che non hanno alcuna informazione sull'eventuale ritorno e sui tempi.
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La Farnesina intanto ha diffuso una nota nella quale spiega che i cittadini italiani che intendono pianificare viaggi all'estero dovranno contemplare "anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo" fuori dal Paese in caso i test - molecolare o antigenico - diano risultato positivo. E poi si è raccomandato di pianificare con massima attenzione ogni aspetto del viaggio. La gita dei 18enni veneti era iniziata venerdì 2 luglio, subito dopo la maturità. Una sorta di vacanza premio, insomma. Come riporta il Messaggero, avevano cercato e prenotato online degli appartamenti, poco distanti dalla nota spiaggia dell'arcipelago delle Cicladi, che si affaccia sul mar Egeo.
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Quando una ragazza del gruppo ha iniziato ad avere qualche linea di febbre, gli studenti si sono subito organizzati per sottoporsi tutti al tampone come da prassi. A quel punto si è scoperto che cinque di loro, alcuni dei quali già vaccinati, erano positivi al coronavirus. Fortunatamente starebbero tutti bene, a parte lievissimi sintomi. Gli studenti, però, si sono trovati soli in questa disavventura: le autorità sanitarie greche non hanno fornito loro alcuna indicazione. Quelli che sono risultati negativi al test, per esempio, sarebbero potuti tornare indisturbati in Italia, ma per senso di responsabilità hanno deciso di rimanere tutti lì, in un altro appartamento, e hanno riorganizzato le camere tra positivi e non. Uno dei genitori ha denunciato: "Non c'è nessun controllo da parte delle autorità sanitarie locali, potrebbero teoricamente uscire a far la spesa e nessuno interverrebbe. Ma sono estremamente responsabili e non lo fanno".