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Lecco, l'autista salva la vita a 24 ragazzi sul pullman in fiamme. Clamorosa verità: cosa fa nella vita

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Chissà come sarebbe andata a finire se non ci fosse stato lui, Mauro Mascetti, 48 anni e da venti volontario della Croce Rossa di Como. "Non sono un eroe, ho solo fatto il mio dovere", commenta l'uomo che ha salvato la vita a ventiquattro ragazzini dell'oratorio di Lipomo che stava accompagnando per un campo estivo a Livigno. Mascetti ha infatti rischiato la propria vita per mettere in salvo i ragazzi. Nella sede della Onlus di via Italia Libera, il 48enne è pronto a rispondere a tutti, a partire dal suo direttore. Sono trascorse più di sei ore dall'episodio potenzialmente letale e Mascetti non ha ancora forse realizzato a pieno quanto accaduto. 

 

 

"Mi è dispiaciuto per le loro valigie ma i ragazzini stanno tutti bene e questa è la cosa più importante". Una cosa simile non gli era mai successa, se non in famiglia: "Ho due figli di 17 e 10 anni. Entrambi da piccolini hanno rischiato di soffocare, uno con un biscotto e l'altro col latte. L'esperienza nel soccorso mi ha aiutato a evitare che accadesse". Il lavoro di soccorritore non si ferma mai. "Non si smette mai di esserlo - commenta -. Ti viene naturale. Poi per me questo lavoro è una grande passione, lo adoro e non potrei fare altro". 

Che cosa è successo questa mattina? "Eravamo in viaggio da poco più di mezz'ora, quando ho sentito un colpo sordo, il bus non sbandava, potevamo procedere fino alla fine della galleria, mancavano cento metri, ma ho deciso di fermarmi". A quel punto "ho visto che usciva del fumo dalla ruota posteriore sinistra, per prima cosa ho pensato ai ragazzi: a metterli in salvo con l'aiuto del loro responsabile, Giovanni, che devo ringraziare perché è stato perfetto. Li abbiamo accompagnati in una piazzola di sosta appena fuori, per evitare che respirassero i fumi". 

 

 

"Non si sono accorti di nulla - prosegue -. Non hanno visto neanche le fiamme, erano più che altro dispiaciuto per i vestiti e le valigie". Poi la chiamata ai soccorsi, "ma nel frattempo è partito l'incendio: era pericoloso per le macchine che continuavano a passare. Ho provato a spegnerlo: ho preso l'estintore a bordo del mezzo. Ma non bastava, e ho usato i due a disposizione in galleria". Subito dopo le fiamme e l'attesa dei vigili del fuoco. Un po' di paura ha iniziato a manifestarsi: "Ero soprattutto preoccupato per i ragazzi, potevano essere i miei figli. Ho cercato di conservare lucidità e sangue freddo, di seguire la procedura. Potevo anche rischiare la mia vita, non la loro". 

 

 

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