Vaccino, l'ultimo grosso caso nelle mani del generale Figliuolo: AstraZeneca e J&J, stop alle consegne
Più dosi del previsto e così l'Italia sospende le consegne di AstraZeneca e Johnson & Johnson. Almeno fino a metà agosto le Regioni somministreranno solo due vaccini contro il coronavirus, perché gli altri risultano essere poco utilizzati. Addirittura - spiega Repubblica - Regioni come l'Emilia-Romagna hanno addirittura chiesto di poterne restituire una parte (oltre 100mila dosi di AstraZeneca) alla struttura commissariale. Altri come il Lazio hanno ammesso di non aver più bisogno di forniture di quel vaccino. Per chi invece dovesse avere ancora necessità, il generale Francesco Figliuolo assicura le coperture. Si tratta comunque di un'ipotesi remota, visto che tra il primo e il 10 di luglio sono stati somministrati circa 5,4 milioni di vaccini in Italia. Di questi le prime dosi di Pfizer sono state oltre 1,2 milioni, quelle di Johnson&Johnson (che richiede una sola somministrazione) 33mila e quelle di AstraZeneca appena 7.273.
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"Le dosi che abbiamo da parte dovrebbero coprire tutte le seconde somministrazioni che dobbiamo fare - spiega il Veneto di Luca Zaia per poi concludere - quindi non abbiamo bisogno di ulteriori forniture di AstraZeneca". Complice l'obbligo di somministrare il vaccino statunitense e quello anglo-svedese sono agli over 60, fascia di età abbastanza coperta per cui la domanda è in calo o comunque quando è possibile viene soddisfatta con Pfizer.
Non solo, perché stando ai dati sulle scorte snocciolati dal quotidiano le Regioni usano ben poco i sieri a vettore virale.,Quelle di J&J rappresentano circa il 45 per cento delle dosi consegnate (più o meno 1 milione su 2,2). Le amministrazioni locali hanno poi da parte 2 milioni di vaccini AstraZeneca, cioè circa il 17 per cento del totale ricevuto. Infine bisogna sempre fare i conti con le date di scadenza, che rischiano di rendere inutilizzabili quei vaccini fermi in deposito per lungo tempo.