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Monte Rosa, Paola e Martina morte assiderate. Parla il superstite: "Tutto in cinque minuti"

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Non ce l'hanno fatta Paola Viscardi e Martina Svilpo, le due alpiniste morte assiderate sul monte Rosa dove si erano recata per un'escursione. Le ragazze, di 28 e 29 anni, nella giornata del 3 luglio sono rimaste bloccate da una bufera sotto la Piramide Vincent, ma sono morte poco dopo l'arrivo dei soccorsi. L'unico superstite Valerio Zolla, trasportato in ospedale d'urgenza sabato notte. È lui a raccontare alla Stampa cosa è accaduto in quelle ore fatali. "Andava tutto bene, poi all'improvviso lo scenario è cambiato. Le condizioni meteo sono peggiorate in 5 minuti - ha rivelato raccontando dell'arrivo della bufera di neve e del vento -. Siamo rimasti bloccati senza più riuscire a vedere niente". 

 

 

Immediata la richiesta di aiuto ai soccorsi, allertati dallo stesso Valerio: "La prima telefonata l'ho fatta subito, anche se non era facile segnalare con esattezza la posizione". Il freddo però si è fatto sentire in pochissimo tempo, tanto che il 27enne - vedendo le condizioni di Paola - ha ceduto a lei i suoi guanti. "Ne aveva più bisogno di me. Ma non è servito a niente". Anche i soccorritori sono stati messi a dura prova dal maltempo: "Inizialmente siamo stati raggiunti da due soccorritori. Poi ne sono arrivati altri. In prima battuta, nonostante le mie condizioni, ho cercato di aiutarli. Poi ho altri ricordi al rifugio Mantova, ma era già notte".

 

 

Una tragedia quella di Paola e Martina che ha scosso tutta Omegna, il tranquillo borgo di Pettenasco affacciato sul Lago d'Orta. "Sono parte integrante della comunità - ha commentato il sindaco Franco Sartirani sulla famiglia dei tre ragazzi -. I nonni si erano trasferiti in paese una cinquantina di anni fa. Valerio e il papà si danno molto da fare, anche collaborando con le iniziative organizzate. Spero si riprenda al più presto. Fortunatamente le notizie in nostro possesso non parlano di pericolo di vita per lui. Purtroppo è andata molto peggio a Paola e Martina: ora non possiamo che stare vicini alle famiglie". 

 

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