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Variante Delta, "primi sintomi diversi": cosa può ingannare, chi può colpire più duramente

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La variante Delta è molto più contagiosa del ceppo originario, ma per il resto presenta le stesse caratteristiche. La Gran Bretagna sta però dimostrando che può comportare un aumento dei casi molto alto, anche se l’impatto sui ricoveri e sui decessi per ora non è particolarmente allarmante, anche perché nel frattempo le varie campagne di vaccinazione continuano. Il Resto del Carlino ha intervistato Andrea Cossarizza, immunologo di Unimore, per fare il punto sulla variante Delta. 

 

 

“La buona notizia - ha dichiarato - è che i vaccini funzionano abbastanza bene. Perché è stato visto che una prima dose protegge non tanto dall’infezione ma soprattutto dalla malattia grave e dal ricovero, con delle percentuali che dopo una dose vanno dal 60 al 70% e dopo la seconda dose vanno dal 95 al 100%. Una persona che ha completato il ciclo di vaccinazione non dovrebbe avere paura della Delta”. 

 

 

Di conseguenza l’immunologo Cossarizza ci ha tenuto a sottolineare che il virus non sfugge a nessuna vaccinazione: “Le persone che hanno sviluppato la variante Delta non erano vaccinate, per cui non c’è alcun tipo di pressione nei vaccini sulle varianti”. Ci sono però degli aspetti particolari che differenziano la variante Delta dal ceppo originario: "La variante Delta non è simpatica, ti ammazza come il virus di prima. I primi sintomi sembrano essere un po’ diversi da quelli classici che prevedono un interessamento polmonare più marcato all’inizio. Con la variante Delta all’inizio i sintomi sono simili al raffreddore - cefalea, mal di gola e raffreddore - ma poi la tosse aumenta quando il virus scende nei polmoni e si mette a fare il suo mestiere”. 

 

 

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