Vaccino Pfizer, "difficoltà a camminare". Il farmacista e la scoperta inquietante: nel sangue di suo figlio...
Una scoperta che sta gettando l'Italia nel terrore. A diffondere quanto sarebbe accaduto dopo la somministrazione di Pfizer è un farmacista di Bari, che ha riportato un effetto collaterale riscontrato nel figlio. L'uomo ha infatti scoperto cosa c'è dietro la spossatezza prolungata accusata dal ragazzo. "Mi sento in dovere da genitore prima e da farmacista poi di informare giovani e meno giovani su quanto successo a mio figlio quasi 18enne - ha esordito su Facebook Francesco Capezzuto -. Dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Pfizer, ha accusato a distanza di tre giorni, fortissima spossatezza, tanto da avere difficoltà a camminare".
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Molti i casi che hanno avvertito una stanchezza simile dopo aver ricevuto il vaccino contro il coronavirus. Ma Capezzuto ha voluto vederci, scoprendo qualcosa di inaspettato. "Grazie ad un amico medico abbiamo fatto un controllo di un enzima cardiaco, a cui, sinceramente, non avrei mai pensato. La troponina. Questo insieme ad altri, evidenzia la presenza di eventuale miocardite, patologia da non sottovalutare".
Si tratta infatti di n'infiammazione del tessuto muscolare del cuore che tende a colpire più spesso i giovani. Spesso - spiegano i medici - può decorrere quasi inosservata, frequentemente guarisce senza esiti, ma qualche volta può presentarsi in forma molto grave e mettere in pericolo la vita. Da qui l'appello del farmacista che chiede di "sollecitare controlli simili, qualora si presenti spossatezza prolungata, con tendenza al peggioramento". Capezzuto porta in esame diversi articoli letti. Tra questi "uno in particolare evidenzia con chiarezza tale effetto, in soggetti maschi tra i 16 e i 18 anni, dove la statistica parla di un caso ogni 3000. Degno quindi di nota", è la conclusione. Primi a lanciare l'allarme sulla miocardite e pericardite legate a Pfizer e Moderna era stata Israele che aveva registrato 148 casi, tra dicembre e maggio, in giovani dall’età tra i 16 e i 19 anni. E di questi il 95 per cento aveva riportato sintomi lievi.