Ddl Zan, cortocircuito: "Vergognatevi, giù le mani dagli immigrati". Lesbiche contro gay pride: se ci fosse già la legge...
“Non aderiamo al Milano Pride perché nel suo documento politico si avanza indirettamente la richiesta per noi inaccettabile dell’utero in affitto. Il Milano Pride mette nero su bianco che le persone omosessuali sono ‘costrette a migrazioni per costruire la propria famiglia. Lo Stato italiano deve vergognarsi’. Ma secondo noi la vergogna è paragonare coppie bianche, privilegiate e facoltose alle persone migranti“. Così in una nota stampa Cristina Gramolini, presidente di Arcilesbica Nazionale. Insomma, siamo al cortocircuito: la scissione delle lesbiche dal Pride di Milano. Uno strappo che arriva proprio nei giorni in cui si discute del ddl Zan. Un'accusa, quella della Gramolini, in cui si parla apertamente di discriminazioni. Insomma, circostanza che potrebbe portare proprio all'applicazione della tanto discussa legge.
Curioso anche il fatto che il movimento delle donne si scagli contro quello del Pride, che raccoglie tutto l'universo Lgbt, tirando in ballo gli immigrati. Che vergogna, questa la sintesi del loro pensiero, paragonarsi ai poveri migranti, voi uomini bianchi e ricchi che potete migrare all'estero per coronare i vostri sogni. Pagando. Insomma, un assoluto e totale cortocircuito, come accennato qualche riga sopra.
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“Il Milano Pride chiede anche che si possa autocertificare il cambio anagrafico di sesso, trasformato in una ‘procedura comunale’, questa per noi è una banalizzazione della transessualità e altererebbe le statistiche (su gap salariale, violenze ad esempio) danneggiando le donne in tanti i campi: quote, sport, pari opportunità. A noi- continua Gramolini- importano i diritti lgbt+, i diritti delle donne e i diritti umani, che devono progredire insieme in una sintesi responsabile e senza mercificazioni. Per questo la nostra giornata di Pride a Milano sarà domenica 27 giugno con il convegno ‘Differenti, non escludenti’, pieno di voci decise a confrontarsi affinché continui la dialettica delle idee”.
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“Ascolteremo la giornalista di Micromega Cinzia Sciuto, la filosofa Raffaella Colombo, la scrittrice Monica Lanfranco, l’assessora del PD Irene Zappalà. E parleremo con tante attiviste di nuovi diritti e falsi diritti, di realtà del sesso, di necessari emendamenti al ddl Zan e di relazioni tra donne”, spiega ancora la Gramolini. Intanto, Palazzo Marino si è acceso da mercoledì e fino a sabato coi colori dell’arcobaleno proprio per il Milano Pride 2021. Per la prima volta l’illuminazione dura quattro notti: dal tramonto fino all’alba la facciata della sede istituzionale in piazza della Scala si tingerà dei sei colori della bandiera arcobaleno.
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