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AstraZeneca, la rivolta dei medici di base: "Non firmiamo il consenso, non ci prendiamo la responsabilità"

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I medici di base contro Mario Draghi. Dopo le numerose capriole su AstraZeneca, adesso si è deciso di consentire agli under 60 che hanno ricevuto la prima dose del vaccino anglo-svedese di scegliere liberamente quale farmaco utilizzare per il richiamo. I medici vaccinatori, infatti, avranno a disposizione un modulo - quello del consenso informato da firmare al momento della somministrazione - con il quale si può anche dichiarare il rifiuto della vaccinazione eterologa, che resta fortemente raccomandata. Ovviamente, però, la scelta deve essere presa previo parere del medico di base che, anamnesi alla mano, deve valutare se ci sono, oppure no, condizioni di rischio che lo sconsigliano. I medici però non ci stanno.

 

 

 

Come riporta il Fatto Quotidiano, sono tanti i camici secondo cui - in queste condizioni - nessun medico darà mai il proprio consenso alla seconda dose AstraZeneca. Non, almeno, in un hub vaccinale. "Un conto è il medico di famiglia che conosce la storia clinica del paziente e un conto è il medico che non ha mai visto né tantomeno visitato chi gli sta davanti e in pochi minuti deve fare l’anamnesi e decidere - ha spiegato Ester Pasetti, segretaria in Emilia Romagna del sindacato dei medici ospedalieri Anaao -. Qualcuno potrebbe omettere di inserire nel questionario informazioni importanti sulle sue condizioni di salute, perché le considera, da profano, irrilevanti: i fattori in gioco sono tanti".

 

 

 

"Non abbiamo ancora evidenze scientifiche tali da consentirci di individuare in modo certo la popolazione a rischio. Anche per questo stiamo programmando piani di formazione specifici. Ma probabilmente fin dall’inizio la campagna vaccinale avrebbe dovuto essere affidata ai medici di famiglia", ha dichiarato il presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli. Che poi ha aggiunto: "Si poteva fare negli ambulatori e in dieci, undici mesi forse si sarebbe conclusa. Fermo restando che il vaccinatore deve essere puntiglioso nel chiedere informazioni al cittadino sul suo stato di salute, il punto ora è come ripristinare al più presto tutte le regole che sono saltate”. 

 

 

 

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