Camilla Canepa, "la Tac senza liquido di contrasto": un drammatico errore dopo il ricovero?
Continuano a emergere nuovi dettagli sulla tragica morte di Camilla Canepa, la ragazza 18enne deceduta a Genova a causa di una trombosi riscontrata dopo la somministrazione della prima dose AstraZeneca. Secondo quanto scrive La Stampa, la ragazza fu sottoposta a una Tac senza l'impiego di liquido di contrasto. Questa pratica potrebbe tuttavia rappresentare una contraddizione delle linee guida diffuse dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Un dettaglio emerso nell'inchiesta sulla scomparsa della studentessa diciottenne e che potrebbe fare luce sulle responsabilità della tragedia. I dettagli emergono da una nota dell'Aifa emessa il 26 maggio scorso, in materia di "complicanze tromboemoliche post-vaccinazione anti-Covid 19 con Vaxzevria - AstraZeneca".
Nel dossier di 11 pagine, uno dei paragrafi recita: "Nel sospetto di trombosi dei seni venosi cerebrali l'esame di prima scelta è oggi l'angio-Tac, indicando al medico neuroradiologo il medesimo sospetto clinico così da poter studiare correttamente, con il messo di contrasto, i distretti venosi". Fino al tardo pomeriggio del 3 giugno 2021, Camilla non aveva presentato alcun effetto collaterale. Poi è successo tutto in rapida successione: prima una cefalea e poi una forte fotosensibilità. Insieme ai familiari, la giovane si è subito recata all'ospedale di Lavagna, dove le è stata diagnosticata una presunta "piastrinopenia" (carenza di piastrine) di matrice ereditaria e però contestata dalla famiglia, e l'assunzione nei giorni precedenti di farmaci per una cura ormonale.
Ai medici era stato comunicato che la ragazza si è era sottoposta alla vaccinazione con il preparato anglo-svedese alcune settimane prima, e il valore delle piastrine quella sera era al di sotto della soglia ritenuta "normale". Questo, quanto emerso dalle cartelle cliniche acquisite dai carabinieri. A questo punto, i sanitari dell'istituto della riviera ligure hanno eseguito una Tac, tuttavia senza liquido di contrasto. La domanda che sorge spontanea è se il comportamento dei sanitari sia stato corretto, alla luce di quanto prescriveva l'Aifa in una circolare emessa prima che la giovane si presentasse al pronto soccorso?
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Tra gli ulteriori accertamenti da effettuare anche il motivo per cui Camilla è restata così brevemente in osservazione, nonostante i sintomi erano chiaramente "sospetti" secondo le linee guida dell'Aifa. Riguardo ai dubbi degli inquirenti, il direttore generale dell'Asl 4 di Chiavari, Paolo Petralia ha spiegato: "Rispettiamo ogni accertamento della magistratura, ma mi sento di dire che solo un approfondimento tecnico molto specifico potrà far luce con precisione sui vari spunti investigativi, in prims quello inerente la circolare Aifa sulla necessità della Tac con contrasto".