Funivia Stresa Mottarone, la testimonianza: "Quel giorno la cabina era troppo bassa, mi sfiorò quasi la testa"
"La cabina era troppo bassa, ci sfiorò quasi la testa": dopo il crollo della funivia del Mottarone, che ha provocato la morte di 14 persone, continuano a venir fuori diverse testimonianze sul giorno della tragedia. Una è quella di Marcella Pepice, che era proprio lì, sul punto di rottura, la mattina in cui la vettura numero 3 è precipitata nel vuoto. La donna, come riporta il Corriere della Sera, avrebbe detto: "Stavo facendo una passeggiata con una coppia di amici sul sentiero che porta al Mottarone, ero giunta quasi all’arrivo della funivia, proprio sotto la stazione. Mi sono girata per fare qualche foto e ho visto la cabina che stava salendo adagio adagio. Siccome faccio spesso questo sentiero, già mi era capitato di vedere la cabina in fase di arrivo. Ma questa volta ho notato una stranezza: era troppo bassa rispetto al solito. E così ho allertato la mia amica Marianna, dicendole di spostarsi".
Secondo l'altro testimone presente quella mattina, l’allerta di Marcella all’amica è stato in realtà un urlo, visto che la cabina ce l’aveva sulla testa. Gli esperti degli impianti a fune, comunque, invitano alla prudenza: "La quota della cabina non è determinata dalla fune che si è rotta ma da quella portante, che è rimasta integra, così almeno pare". Molto importante per le indagini anche la testimonianza di un'altra persona, Renzo Libanoro: "Dopo un po’ ho sentito un rumore molto forte e strano, assomigliava a una frustata. Ha avuto una durata di circa cinque secondi. Sono riuscito a vedere un cavo d’acciaio che si era staccato. La parte finale era collegata a qualcosa delle dimensioni di circa mezzo metro".
Adesso comunque la dinamica dovrà essere studiata e analizzata dagli ingegneri incaricati. A tal proposito, Marcello Perillo, avvocato difensore dell'unico indagato ora ai domiciliari Gabriele Tadini, ha chiesto al gip Donatella Banci Buonamici un incidente probatorio per cristallizzare le prove sui motivi del cedimento della fune: "Dal momento dell’incidente sono già trascorsi 11 giorni, si tratta di radura boschiva di libero accesso". Il rischio, secondo il legale, è che la prova venga alterata dal tempo e dai curiosi che visitano la zona.