Funivia Stresa Mottarone, l'ex gestore contro Luigi Nerini: "Si dileguò per non pagare, in che condizioni trovammo l'impianto"
Claudio Zanotti è il presidente della multiutility che ha gestito la funivia del Mottarone dal 1997 al 2001, prima che venisse affidata nuovamente a Luigi Nerini. Intervistato da Il Messaggero, il numero uno dell’Azienda speciale consortile ha ripercorso quegli anni in cui la struttura già presentava dei problemi importanti: “Era il ’97, dopo quarant’anni di attività la funivia doveva essere rammodernata. Nerini era il gestore, ma quando è arrivato il momento di firmare la prosecuzione della concessione, che implicava oneri pesanti, si è dileguato. Un rappresentante del Comune di Stresa venne da noi in azienda, la Vco Trasporti, proponendoci di rilevare la concessione”.
Cosa che poi avvenne, con il conseguente primo sopralluogo alla struttura: “Ricordo ancora con nitidezza lo sconcerto dopo le prime ispezioni, la nostra preoccupazione per le condizioni dell’impianto e la consapevolezza della complessità e della delicatezza degli interventi che sarebbero stati necessari. Eravamo increduli - ha dichiarato Zanotti a Il Messaggero - per la situazione che ci siamo trovati di fronte e alla fine abbiamo rifatto completamente la struttura, cambiando tutti e tre i sistemi di fune”.
La Regione Piemonte investì tre miliardi di lire all’epoca, con la funivia che poi ripartì nel 2000. Un anno dopo, però, si presentò un’anomalia che cambiò tutto: a causa di un abbassamento dell’alimentazione elettrica, “la funivia si è bloccata bruscamente - ha ricordato Zanotti - e non è più riuscita a ripartire perché la fune traente si è accavallata sulla portante”. Dopo la risoluzione del problema, la Provincia - che nel frattempo era subentrata da qualche mese al Comune di Stresa come ente concedente - “non autorizza il riavvio e ci costringe a riconsegnare l’impianto a metà settembre”.
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A quel punto tramite un bando di gara l’affidamento della funivia torna a Ferrovie del Mottarone di Nerini, nonostante la Vco Trasporti avesse investito cinque anni e fatto una ristrutturazione radicale da oltre 4 milioni di euro. “Meglio sarebbe stato affidare l’impianto a una multiutility come la nostra - ha dichiarato Zanotti a Il Messaggero - una realtà imprenditoriale vera, con le spalle larghe e senza commistioni. Nella nostra società non sarebbe mai accaduto che un omologo di Gabriele Tadini, responsabile della sicurezza, mettesse i forchettoni”.