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Funivia Stresa Mottarone, Tadini pronto a confessare tutto: "Gli altri due negano, pene altissime"

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Sarebbe pronto a confessare tutto Gabriele Tadini, responsabile del servizio della funivia del Mottarone. Dopo il crollo di una cabina e la morte di 14 delle 15 persone a bordo, domani l’uomo dovrebbe ammettere davanti al gip di Verbania di aver disattivato il sistema frenante con la scelta dei forchettoni per evitare il blocco della cabina. Lo riporta l’Ansa. “Ho corso il rischio ma l'ultima cosa al mondo che pensavo è che si potesse rompere il cavo traente", avrebbe detto in carcere durante un colloquio col suo avvocato Marcello Perillo. "È pentito", ha aggiunto il difensore, annunciando che per lui chiederà i domiciliari.

Hanno negato le accuse, invece, gli altri due indagati: Luigi Nerini, titolare delle Ferrovie del Mottarone, ed Enrico Perocchio, ingegnere e direttore del servizio. Nerini, infatti, avrebbe detto di non avere mai avallato il blocco dei freni, tanto è vero che ”salivo sulla funivia con i miei figli”. Uguale Perocchio. “Si è messo a disposizione della magistratura immediatamente, invece è stato sbattuto in carcere. Dice che solo un pazzo poteva bloccare i freni e la presenza dei forchettoni non gli era stata mai segnalata”, ha dichiarato il suo avvocato Andrea Da Prato. 

I tre fermati, comunque, rischiano pene molto alte, come riporta il Corriere della Sera. In particolare, per la Procura c’è il pericolo che tentino la fuga visto il rischio di una ”elevatissima sanzione detentiva”, pari a oltre dieci anni di carcere, per una vicenda che ha sollevato un “clamore internazionale”.

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