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Denise Pipitone, proposta una Commissione d'inchiesta: "Esaminare l'efficacia delle indagini", i pm nel mirino

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Il caso Denise Pipitone torna di attualità dopo ben 17 anni dalla scomparsa della piccola di Mazara Del Vallo. Il Partito democratico, visti gli ultimi sviluppi e la riapertura delle indagini, ha proposto l'istituzione di una Commissione d'inchiesta. La deputata dem Alessia Morani ha spiegato che l’obiettivo è quello di “ricostruire in maniera puntuale le cause e i motivi alla base della sparizione ed esaminare la compiutezza e l’efficacia dell’attività investigativa“.

La commissione, quindi, dovrebbe verificare il materiale raccolto dalle testate giornalistiche e dalle inchieste sulla scomparsa di Denise e valutare l’efficacia dell’attività investigativa, non perdendo di vista anche eventuali inadempienze nella direzione e nello svolgimento delle indagini. Più volte, infatti, è stato detto che l'attività idi indagine in questo caso non sia stata brillante. L'ex procuratore Alberto Di Pisa, che si occupò del caso nel 2008, in una recente intervista ha rivelato: "Prima che mi insediassi, ci sono state negligenze, errori, veri e propri depistaggi".

Le indagini, riaperte ad anni di distanza dalla sparizione della bambina, si starebbero concentrando su Anna Corona, l'ex di Piero Pulizzi, papà naturale di Denise; e su Giuseppe Della Chiave, nipote di Battista Della Chiave, il testimone sordomuto, oggi deceduto, che aveva rivelato di aver visto la piccola in un capannone di Mazara del Vallo. Anna Corona, comunque, era la principale indiziata anche all’epoca dei fatti. Piera Maggio aveva rivelato agli inquirenti che la bimba era figlia naturale di Piero Pulizzi e non del marito Toni Pipitone. Proprio per questo motivo sia l’ex moglie di Pulizzi sia la figlia Jessica avrebbero nutrito un forte risentimento nei confronti della donna, ritenuta responsabile della fine del matrimonio.

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