AstraZeneca, 250mila dosi di vaccino da buttare: le conseguenze di un'inchiesta finita nel nullla
A quanto pare, i tempi della nostra giustizia s' incastrano poco con le esigenze della lotta al Covid. A causa di un'inchiesta finita in nulla, l'Italia rischia di dover gettare in discarica ben 249.000 fiale di vaccino. Si tratta di un lotto di AstraZeneca che era stato bloccato mesi fa su richiesta della Procura di Siracusa per far luce sulla morte sospetta di un militare. Dopo circa 80 giorni di indagini e decine di test effettuati tra Sicilia e Olanda, i pm ieri hanno finalmente deciso di dissequestrare tutto. Un'inchiesta lampo, per gli standard nazionali. Piccolo problema: quelle medicine hanno una scadenza, che è fissata al 31 maggio, ovvero lunedì. Bisogna utilizzarle in tempi da record. E quel che non riusciremo a iniettare, saremo costretti a incenerirlo.
COSA È SUCCESSO - Ripercorriamo la storia. A inizio marzo il sotto ufficiale di Marina Stefano Paternò, in servizio alla base di Augusta, muore per un arresto cardiaco a 24 ore dal vaccino. È il secondo caso simile registrato in quei giorni in Italia. I quotidiani iniziano a sfornare teorie di ogni genere sui rischi derivati dall'utilizzo del prodotto elaborato dai centri ricerca di Oxford. Risultato: anche se non c'è alcuna prova che leghi il malore all'iniezione, la Procura siciliana decide di mettere sotto indagine ben 21 persone. Tutte con l'accusa di omicidio colposo. Il sospetto è che sia stato commesso qualche errore nella conservazione o nell'utilizzo del farmaco. Tuttavia, si segue anche l'ipotesi che l'intero lotto sia stato in qualche modo adulterato. Il pm incaricato delle indagini invita alla calma. «Niente allarmismi ed evitiamo di creare una psicosi collettiva. Può trattarsi di una coincidenza. Solo l'autopsia ci chiarirà le cause della morte». La procuratrice ha poi aggiunto: «Mi sono vaccinata anch' io poche ore fa». Appello riuscito?
Difficile da dire, ma sta di fatto che la Sicilia è una delle regioni che ha avuto più problemi nel far accettare alla popolazione l'utilizzo di AstraZeneca. L'inchiesta prosegue per due mesi e mezzo. I carabinieri dei Nas e i magistrati vanno in trasferta in Olanda nell'impianto dove è stato confezionato quel lotto e effettuano analisi su oltre 250 flaconi. Risultato: «Dopo avere fatto tutte le indagini tecniche, gli esiti hanno restituito un risultato di conformità». Tutto a norma, almeno secondo i parametri dell'Agenzia europea del farmaco. E vengono scagionati anche i 21 indagati. Nelle 66 pagine di consulenza, i periti affermano in effetti di aver trovato una «correlazione eziologica tra il decesso e la somministrazione del vaccino».
Il militare è morto in seguito a «sindrome da distress respiratorio acuto». In altre parole, l'infarto è arrivato in seguito a una crisi polmonare. A scatenarla potrebbe anche esser stato il vaccino. Ci sono stati casi simili in tutto il mondo. Si tratta di eventi rarissimi, ma capita. In generale, secondo un rapporto dell'Aifa, vengono segnalati 11 decessi ogni milione di dosi somministrate. E la maglia nera tra le varie marche spetta a Moderna, che arriva a 28. Segue Pfizer con 11. Il migliore è Vaxzevria di AstraZeneca è pari a 0,7. Insomma, quei 249mila vaccini sono ottimi e sicuramente milioni di persone farebbero la coda per averli. Non è chiaro se l'improvvisa accelerazione delle indagini sia da mettere in relazione all'imminente scadenza dei farmaci ma è una possibilità concreta. In altre parole, qualcuno s' è accorto del pericolo. Il problema è che potrebbe essere tardi.