Funivia Stresa Mottrone, primi indagati: "Chi è entrato in caserma". Forchettone inserito e freni manomessi: sconvolgente
Primi indagati per l'incidente della funivia Stresa-Mottarone, con la caduta di una cabina che domenica pomeriggio ha provocato la morte di 14 dei 15 passeggeri. Secondo quanto reso noto dall'agenzia AdnKronos, le indagini avrebbero subito in queste ore una brusca accelerazione. Verso le 19 l'ex sindaco e avvocato Canio Di Milia è entrato in caserma a Stresa in qualità di legale, insieme ad alcuni dipendenti dell'impianto che sarebbero stati ascoltati inizialmente come persone informate dei fatti. Ora invece i pm avrebbero deciso di aprire un fascicolo a loro carico.
La pista privilegiata dagli inquirenti infatti è quella dell'errore umano. L'attenzione delle perizie si concentra sul cosiddetto forchettone, una staffa di metallo che disattiva il freno di sicurezza. Nelle foto e nei video di quel che resta della cabina, tra le lamiere se ne scorge uno, mentre l'altro potrebbe essersi staccato a causa dell'impatto o non esserci mai stato. Almeno uno dei freni di sicurezza della funivia, dunque non era inserito. Questo spiegherebbe perché, nonostante la rottura del cavo trainante (anche questo, un aspetto da valutare considerando che i test della manutenzione non avevano evidenziato criticità al riguardo), la cabina non sia rimasta ferma agganciata al cavo portante ma sia slittata all'indietro a 100 chilometri all'ora, fino a scarrucolare fatalmente all'altezza del pilone precedente.
Qualcuno degli addetti all'impianto, è il sospetto, non avrebbe tolto il forchettone, che serve a tenere aperte le ganasce del freno. Il forchettone viene inserito quando la cabina è vuota, per verificarne il corretto funzionamento. Ma se la cabina ospita passeggeri, anche se non a pieno carico, la staffa di metallo va assolutamente tolta.