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Vaccino, "ha buttato la siringa piena". Treviso, carabiniere denuncia infermiera: niente dose, uno stranissimo caso

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L'esito del test sugli anticorpi lascia spazio a ben poche interpretazioni. Il carabiniere che lo scorso 2 maggio aveva denunciato di non aver ricevuto correttamente la somministrazione del vaccino contro la Covid al vax Point di Lughignano di Casale sul Sile aveva ragione. Negli scorsi giorni, il militare si era sottoposto al test anticorpale per verificare la veridicità della sua ipotesi. L'esito delle analisi parla chiaro: Il carabiniere non è infatti stato sottoposto ad alcuna copertura contro il virus. In seguito alla scoperta, l'agente ha ricevuto la prima dose del ciclo vaccinale nel pomeriggio di venerdì scorso, 22 maggio 2021.

 

 

In procinto a ricevere il vaccino, l'uomo aveva notato come l'infermiera aveva gettato in un bidone la siringa con il siero ancora al suo interno, nonostante l'ago fosse entrato nel braccio del militare. L'uomo ha subito pensato ad un gesto volontario dell'infermiera, chiamando i Nas sul posto, i quali hanno sequestrato il bidone in cui era stata gettata la siringa (trovata ancora piena) e in cui erano però presenti anche tutte quelle vuote che aveva utilizzato in mattinata. La 60enne è stata subito difesa dai colleghi e dalla Direzione sanitaria dell'Ulss 2, tutti convinti che si sia semplicemente trattato di uno spiacevole e sfortunato errore. 

 

 

La donna, con 30 anni di servizio alle spalle nell'assistenza domiciliare, si era offerta come volontaria per le vaccinazioni al Vax Point di Lughignano, dopo essersi sottoposta in precedenza al vaccino Pfizer contro la Covid-19. Improbabile quindi la pista dell'infermiera contraria ai vaccini anti-Covid, ma è comunque già stato aperto un fascicolo d'indagini per omissione di atti d'ufficio e falso nei confronti della 60enne. La palla passa ora alla Procura di Treviso che deciderà se proseguire con le indagini, oppure decidere per l'archiviazione del caso. Saranno cruciali in tal senso i rapporti dei carabinieri del nucleo Nas di Treviso accorsi sul posto. Immutata la versione della donna, che conferma la sua disattenzione, giustificandola con le tante ore di lavoro svolte nel corso di quella giornata e con la alienante routine delle iniezioni. 

 

 

 

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