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Funivia Stresa Mottarone, "un fatto anomalo e un reato raro": non si esclude la pista del sabotaggio

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M. Bar.
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'è un grande raccoglitore sul tavolo del procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi. Nella prima di copertina, in pennarello nero, è scritto: «Omicidio plurimo». A tale ipotesi di reato potrebbe aggiungersi il «disastro colposo» e, forse, anche la strage. Una possibilità presa in esame dal magistrato che coordina le indagini. La procura indaga anche per lesioni colpose in merito al bimbo ferito. Incontrando i giornalisti, il procuratore ha spiegato: «Partiamo da una evidenza empirica, il cavo si è tranciato e il sistema di freni di sicurezza non ha funzionato. Si è attivato, invece, per l'altra cabina, che si è bloccata». Dunque, saranno gli accertamenti sui dispositivi di sicurezza, affidati al Politecnico di Torino, a essere determinanti: «Penso che procederemo per un reato piuttosto raro - ha spiegato Olimpia Bossi -, che è quello, in questo caso naturalmente colposo, di attentato alla sicurezza dei trasporti, con conseguenza di disastro concentrando tutto il dolore del mondo. «Sono qui da 20 anni: mai successo una cosa simile, nel 2001 la funivia si bloccò, ma il sistema di frenaggio era perfetto».

 

Alessandro, il barista del Lido scuote la testa. Accanto a lui Udo, un fisico tedesco, mi bombarda di spiegazioni tecniche: colposo. Le aziende coinvolte sono più d'una e ora dobbiamo nominare i periti per le consulenze tecniche. Dovremo verificare anche la fattispecie dei reati colposi di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche in base alla natura pubblica o meno dell'impianto». Gli investigatori, che hanno messo sotto sequestro l'area, lavoreranno anche sulla documentazione dell'autunno scorso relativa ai controlli magnetoscopici dei cavi e chiederanno una lunga serie di perizie. Si attendono nelle prossime ore le prime iscrizioni nel registro degli indagati per consentire gli accertamenti irripetibili che richiedono la presenza dei consulenti di parte. «La rottura della fune traente è sicuramente anomala. Sono fenomeni lenti, di usura, di corrosione.

«Non si capisce. Il sistema è sicurissimo tra cavo portante e cavo trainante, e c'è un freno d'emergenza e la cabina sopporta tre volte il peso. Si è rotto il cavo, è saltato il freno. Con l'intero impianto rifatto nel 2013. E poi il controllo è affidato alla Leitner di Vipiteno, un'azienda infallibile". sono inattesi, il tecnico che monitora se li deve aspettare». Bruno Dalla Chiara, docente del Dipartimento di Ingegneria, Ambiente e Territorio del Politecnico di Torino, esperto in strutture come gli impianti a fune, dice di essere sorpreso per quanto accaduto.

 

«Un fatto anomalo - aggiunge -, a meno che non ci sia stato qualcosa di strano, stravolgente, come un'azione meccanica forte, un fulmine, un oggetto che cade in modo violento e pesante. Oppure una carenza prolungata nel tempo, ma dubito. Sappiamo che ci sono due funi in quei tipi di impianti: una portante, che regge il carico dall'alto, e una traente che lo trascina. A quanto pare è la fune traente che si si è staccata o rotta. Il secondo elemento è il freno che non ha agito». Eppure, nessuno capisce. Non capisce com' è potuto accadere il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini che istruisce «una commissione che si aggiunge a quelle già competenti della magistratura». Non capisce il misterioso gestore della funivia Luigi Nerini, 56 anni, proprie A tal proposito, resta, come atto dovuto, per quanto improbabile, da parte degli investigatori di verificare ciò che la procuratrice ha definito «fattori esterni». Ciò a partire dal fatto che in funivia ha perso la vita, insieme ai suoi famigliari, Amit Biran responsabile della sicurezza della comunità ebraica di Milano.

L'ipotesi del sabotaggio verrà esaminata, anche in base alla perizie tecniche, come quella dell'ipotetica e assoluta mancanza di manutenzione dell'impianto che era fermo dallo scorso settembre. Intanto, Il gestore della funivia Stresa-Mottarone si difende attraverso le parole del suo legale, l'avvocato Pasquale Pantano che dice: «Per ora le cause del disastro appaiono poco chiare. Sappiamo che si è rotto il cavo trainante, il resto sono solo ipotesi. Il gestore della società Ferrovie del Mottarone, Gigi Nerini, è molto provato». 

 

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