Funivia Stresa Mottarone, la procura: "Ipotesi di attentato colposo alla sicurezza dei trasporti, perché il freno non ha funzionato"
Perché il sistema di freni di emergenza non ha funzionato? A questo fondamentale interrogativo cercherà di dare una risposta la Procura di Verbania per l'incidente avvenuto alla funivia sul Mottarone a Stresa, che ha provocato la morte di 14 persone. "Partiamo da una evidenza empirica, il cavo si è tranciato e il sistema di freni di sicurezza, pacificamente, non ha funzionato", spiega il procuratore di Verbania che coordina le indagini, Olimpia Bossi. "Ha funzionato invece per l'altra cabina, che si è bloccata", specifica. L'intenzione della Procura di Verbania è indagare anche per attentato colposo alla sicurezza dei trasporti. "Anche se un po' anomala la funivia è un mezzo di trasporto", specifica Bossi parlando con i giornalisti in Procura. Al momento nessuna persona è stata iscritta nel registro degli indagati. Mentre i reati per i quali si procede sono omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Gli investigatori, che hanno messo sotto sequestro l'area, lavoreranno anche sulla documentazione dell'autunno scorso relativa ai controlli magnetoscopici dei cavi e chiederanno una serie di perizie. C'è un solo superstite, il piccolo Eitan, 5 anni, che lotta per la vita all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino: a salvarlo, con ogni probabilità, sarebbe stato il suo papà, morto nel disastro: “Per essere riuscito a sopravvivere al terribile impatto è probabile che il padre, che era di corporatura robusta, abbia avvolto con un abbraccio suo figlio", specificano fonti mediche del Regina Margherita a La Repubblica.
Le sue condizioni sono gravi, ma stabili. "In questo momento è monitorato, resta in prognosi riservata e lo resterà per le prossime 48 ore" dice il direttore generale della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle. "Un dramma nel dramma". "La giornata di ieri è stata difficile dal punto di vista empatico ed emozionale, nonostante in ospedale si vedano tutti i giorni situazioni particolarmente drammatiche. Siamo rimasti tutti coinvolti come se fossero figli nostri". "La famiglia è qui, in ospedale, ma ha chiesto in questo momento il massimo riserbo, è in lutto per quello che è successo e in ansia per il bambino, non vuole per questo rilasciare alcuna dichiarazione" aggiungendo che chiedono di pregare con loro. Il piccolo "è sedato e intubato - ha spiegato Giorgio Ivani, direttore della rianimazione del Regina Margherita - ieri sera ha fatto un intervento per mettere in sicurezza le fratture che aveva agli arti inferiori e superiori, ora resta sedato e addormentato nel corso della giornata faremo risonanza magnetica per valutare le condizioni del cervello. Per ora è presto per dire se ci siano danni permanenti".