Funivia Stresa Mottarone, 14 morti e una dinamica assurda: "Rottura del cavo traente", dettaglio inspiegabile
Lo schianto e la strage: la cabina della funivia tra Stresa e Mottarone crolla a terra da uno dei punti più alti del tracciato, uccidendo 14 persone, a pochi metri dalla stazione d'arrivo. Un solo superstite tra i passeggeri a bordo: un bimbo di 5 anni, ricoverato in condizioni gravissime. E ora le autorità e l'Italia intera si interrogano su cosa ha provocato il disastro.
L'ultima revisione dell'impianto era datata 2016, per una spesa di 4 milioni. Ma qualcosa non ha funzionato. Il cavo si è spezzato, nonostante siano ad altissima resistenza, e la cabina a 20 metri d'altezza inizia a correre velocissima all'indietro. Il sistema di sicurezza che dovrebbe bloccarne la corsa in attesa dei soccorsi non funziona e quando si arriva al pilone precedente il cavo scarrucola e lascia cadere nel vuoto la cabina, un volo di circa 10 secondi, drammatico e letale.
A confermare il mancato funzionamento delle ganasce di sicurezza, sia pure in via ipotetica, è Roberto Marchioni, comandante dei vigili del fuoco di Verbania, in collegamento con Massimo Giletti a Non è l'Arena su La7. Lui ha guidato le operazioni di soccorso tra i boschi, di fatto quasi esclusivamente il recupero dei corpi delle vittime. "Una situazione drammatica, è stato raccapricciante, c'era anche un bambino piccolo", Tom, 2 anni.
"Si è rotta la fune traente, quella che permette all'impianto di risalire". Le fune portanti, invece, sono ancora al loro posto e questo fa intendere che non sia scattato il sistema di sicurezza. "La cabina era quasi arrivata in quota, nel tratto finale c'è il massimo sforzo della fune traente. Questa, cedendo, ha fatto tornare indietro la cabina, che ha preso velocità e quando ha incontrato il pilone la cabina è uscita dall'appoggio della carrucola ed è caduta al suolo".