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Antonello Di Fazio e la stagista stuprata, dettagli raccapriccianti. "Mano sulla coscia, poi nell'elastico dei pantaloni". Cosa l'ha incastrato

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Antonio Antonello Di Fazio, l'imprenditore farmaceutico arrestato per stupro a Milano ai danni di una studentessa di 21 anni, la sera della violenza ha trovato anche ul modo di mandare dal cellulare della ragazza un messaggio al fidanzato, che chiedeva con insistenza dove fosse finita. Sono le 22.20 di venerdì, dal telefonino della aspirante stagista parte il Whatsapp "Sono da amici", e una foto che la ritrae con gli occhi semichiusi. Non è vero: la giovane è nel grande appartamento di Di Fazio, 200 metri quadrati in corso Sempione in cui il 50enne vive con il figlio e l'anziana madre. Probabilmente, è il sospetto degli inquirenti, è stato lo stesso uomo a spedire il messaggio, forse per crearsi un alibi, una difesa, mentre la giovane era già in stato di incoscienza. 

 

 



Il giorno dopo, la 21enne si risveglia a casa sua, con gli stessi indumenti con cui si era presentata al presunto colloquio di lavoro qualche ora prima. Colloquio che non è mai avvenuto: di fatto, una trappola sessuale. Con l'aiuto del fidanzato, la giovane ancora stordita e non del tutto presente a se stessa ricostruisce i suoi ultimi ricordi. Di Fazio era stato in vacanza nell'hotel di famiglia della ragazza la scorsa estate, aveva saputo della sua iscrizione alla Bocconi e le aveva proposto uno stage, organizzando un incontro con dei manager di aziende farmaceutiche. Il giorno dell'appuntamento, però, c'è solo lui. Le spiega che il colloquio si sarebbe svolto in casa sua e lei, riluttante ma fiduciosa, accetta. "Mi sono sentita un po' a disagio", ammette agli inquirenti. Quindi il caffè con cui lui la narcotizza: "Ho subito iniziato a sentirmi molto debole. Mi si è offuscata la vista, pensavo fosse un calo di zuccheri e ho chiesto qualcosa da mangiare". Di Fazio torna con un succo d'arancia, delle pizzette e del sushi. "Ho bevuto e ho subito perso i sensi".

Quindi la violenza, di cui la 21enne ha ricordi frammentari. "Credo mi abbia fatto mangiare sushi. Era di fianco a me. Mi sono ripresa un attimo, ho sentito l'elastico dei pantaloni che scivolava sulle gambe. Ho visto il suo braccio, aveva un Rolex al polso. La sua mano mi toccava una coscia. Gli ho detto di riportarmi a casa". A incastrare Di Fazio alcuni elementi specifici e incontrovertibili: innanzitutto le foto presenti su pc e smartphone, ragazze nude e apparentemente inermi. La prova che sarebbe un adescatore seriale. Altro dettaglio pesante: sullo smartwatch della 21enne da venerdì pomeriggio a sabato sono registrati solo pochissimi passi, segno che è stata quasi tutto il tempo sdraiata o comunque immobile. Infine proprio il sushi: ascoltato dai pm, l'uomo aveva detto di aver cenato quella sera a base di sushi con la ragazza, la madre e il figlio. Nonna e nipote erano effettivamente presenti in casa quella sera, in un'altra ala dell'appartamento, Ma proprio il figlio ha spiegato che né a lui né all'anziana donna piace il sushi. 

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