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Ernesto Galli della Loggia, no a Mario draghi al Quirinale: "Non è allenato. Vi ricordate Carlo Azeglio Ciampi?"

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Mario Draghi presidente del Consiglio, oppure presidente della Repubblica? Questa, la domanda che da qualche settimana rimbomba tra le sacre stanze, in tv e magari anche al bar. Ma al di là di vari equilibri politici e mosse strategiche, per che ruolo è più adeguato l'ex presidente della Bce? A dare una risposta, ci pensa Ernesto Galli della Loggia, storico e politologo di 79 anni, che intervistato dal Giorno spiega: "Le qualità e le capacità dell'uomo depongono decisamente a favore di una sua permanenza a Palazzo Chigi. Per un'articolata serie di ragioni" spiega Galli della Loggia. 

"Draghi è un uomo del fare, gestire, decidere -prosegue- il ruolo di presidente del Consiglio è quello in cui può esprimere meglio le sue competenze tecniche ed economiche; quello in cui naturalmente può incidere sul governo del Paese e sulla costruzione di un futuro all'altezza delle sfide. Al contrario, pur vantando un profilo di primissimo piano, non mi pare altrettanto allenato né vocato a un ruolo istituzionale di grande complessità ed esperienza politica come quello di Capo dello Stato" sostiene il politologo. Certo, l'analogia con Carlo Azeglio Ciampi sembrerebbe però smentire questa supposizione: In quel caso "il passaggio avvenne dopo qualche anno di graduale maturazione" replica Galli della Loggia.

 

 

"Ciò nonostante -aggiunge- Ciampi interpretò il ruolo in modo troppo distaccato dalle dinamiche degli altri attori politici. Credo che rischi analoghi correrebbe Draghi. E non solo. Anche la ministra della Giustizia Marta Cartabia, altro profilo oggi molto in vista, difetta a mio avviso dell'esperienza politica indispensabile al salto". Il politologo analizza poi le priorità del Paese in questo momento: "Oggi l'interesse primario del Paese è avviare la profonda autoriforma prevista dal Recovery Plan e amministrare con pragmatismo, efficienza e oculatezza i 209 miliardi in arrivo. Avviare e magari anche gestire questi processi, così come rassicurare partner e mercati, è il miglior lavoro che Draghi possa realizzare di qui al 2023". 

Galli della Loggia commenta poi il ruolo di Mario Draghi in Europa: "Esiste una questione reputazionale del nostro Paese che Draghi garantisce come nessun altro. Una ragione in più per farlo restare a Palazzo Chigi fino a quando servirà". Senza i ruoli e poteri del Capo di Stato? "In Italia il Presidente della Repubblica ha poteri enormi" sottolinea l'esperto "superiori a quelli del vecchio sovrano della monarchia sabauda. Senza il benestare del Capo dello Stato, non si fa nulla. Alle prerogative costituzionali si associa poi un'influenza decisiva ogniqualvolta le maggioranze sono labili". 

 

 

"Il Capo dello Stato ha il comando delle Forze armate e presiede il Consiglio superiore della magistratura. Per un incarico così ampio e frastagliato servono doti specifiche, a partire da una perfetta conoscenza del mondo politico, dei partiti, del parlamentari, delle dinamiche  politiche, dei rapporti anche personali. Lei ce lo vede Draghi a memorizzare facce di seconda fila o a occuparsi del Csm? Sono aspetti nei quali il suo curriculum mi pare meno adatto, sia rispetto alla predominante competenza in altri campi, sia nel confronto con candidature parlamentari". 

"La storia ci dice che -ragiona Galli della Loggia- vuoi per mediazione parlamentare vuoi per trasfigurazione connessa al ruolo, l’Italia ha sempre eletto presidenti della Repubblica buoni o comunque accettabili: ognuno col proprio stile, nessuno con spiccati demeriti. Sui presidenti del Consiglio il giudizio è invece molto più articolato e severo. Ecco perché oggi Draghi presidente del Consiglio vale più di Draghi presidente della Repubblica. Caso mai riparliamone nel 2029" conclude il politologo. 

 

 

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