Pensioni, la trappola di Stato e l'ultima rapina: chi rischia di perdere 170 euro al mese, gli assegni nel mirino
Chi voleva cogliere l'occasione della pandemia per andarsene in pensione anticipata, è bene che ci rifletta un attimo. Infatti, in questo modo potrebbe perdere mensilmente una cospicua somma di denaro a causa dell'attuale sistema pensionistico italiano. Secondo il meccanismo pensionistico in vigore in Italia dal 1996, con l'introduzione del sistema di calcolo contributivo, i contributi accumulati annualmente costituiscono la pensione tramite l'applicazione di un coefficiente che cresce con l'aumentare dell'età anagrafica fino a raggiungere il massimo compimento dei 71 anni. Per questo motivo, in caso di pensione anticipata scatta una penalizzazione che va a colpire l'assegno pensionistico.
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Per comprendere l'esatta cifra che viene decurtata, bisogna analizzare il momento in cui si esce dal mondo del lavoro e i contributi che si sono accumulati fino a quel momento. Nel calcolo risulta determinante se si è lavorato nell'ultimo anno prima di accedere alla pensione o meno. Come spiega il Giornale, per capire l'ammontare delle perdite bisogna considerare che per ogni anno per cui si anticipa l'accesso alla pensione si perde un coefficiente di trasformazione che, con il passare degli anni, cresce sempre di più. La pensione anticipata di un anno, con il contratto d'espansione, riduce il netto in media del 16% per le fasce di retribuzione comprese tra i 30mila e i 50mila euro. Tuttavia, ogni anno che si aggiunge all'anticipo comporta una riduzione dell'assegno mensile di 50 euro, con una penalizzazione che arriva al -27% per chi si trova a 5 anni dalla pensione.
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Il Giornale riporta poi alcuni esempi pratici. Nel caso di chi ha una retribuzione annua lorda di 30mila euro (1.650 euro di retribuzione netta mensile), rispetto alla cifra piena dell'assegno pensionistico, perde mediamente 120 euro al mese (tra 40 e 160 euro, a seconda che l'uscita avvenga ad 1 o 5 anni dalla maturazione dei requisiti). Secondo idealista invece, chi guadagna 40mila euro (2.050 euro mensili netti), invece se si ritira prima dal mercato del lavoro perde mediamente una cifra intorno ai 145 euro (tra 60 euro e 180 euro, a seconda che si esca un anno o 5 anni prima). In pratica, chi va in pensione a coincidere con l'età prevista, oltre ad avere una pensione più alta perché beneficerà di un coefficiente più alto, avrà anche un assegno maggiore perché, lavorando per più anni, avrà fatto crescere il proprio montante contributivo.
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