Vaccino e trombosi, "regressione totale in due giorni": il peggior effetto collaterale e la scoperta che cambia il quadro
"Conosciamo intanto il nome del nostro nemico occulto. Parliamo della Vitt, che sta per vaccine inducted trombosis, rarissima e sicuramente attribuibile alla vaccinazione" spiega il Professor Paolo Zamboni, intervistato da il Giorno. "È originata -prosegue- dalla creazione nell'organismo di anticorpi che snatura il 'Pf-4', il fattore piastrinico che equilibra la coagulazione del sangue. In questo modo si originano trombosi in punti diversi da quelli attuali, e sino ad oggi con esiti talvolta letali". Cosa sappiamo quindi grazie alla ricerca? "Che si può riconoscerla da sintomi chiari, e individuarla con esami di laboratorio: l'emocromo con piastrine, il fibrinogeno e il D-Dimero. Si fanno rapidamente, e può essere somministrata una terapia specifica a base di gamma globuline, prednisolone e fondaparinux: in due giorni c'è la regressione totale" afferma il medico.
I sintomi variano da soggetto a soggetto: "Cefalea intensa e atipica, dolori al collo e addominali, gonfiori estesi a braccia e gambe" elenca Zamboni. A stabilire la relazione della patologia con la vaccinazione, proprio l'esito delle analisi effettuate: "Abbiamo analizzato, sia attraverso autopsie che con test di laboratorio, tutte le possibili cause, anche minime, che avrebbero potuto innescare altrimenti quel tipo di trombosi con emorragia finale..." "Il Vitt prescinde dalla storia clinica di ciascun individuo" afferma il professore "Molte persone, oggi, sono convinte che siano fattori che espongono di più agli effetti collaterali, e invece dopo centinaia di prove possiamo dire che è un evento slegato".
Per quanto riguarda i dubbi emersi attorno al preparato dell'anglo-svedese AstraZeneca, Zamboni dice: "Posso garantirle che le differenze con Pfizer e Moderna sono minime. Il Vitt è un effetto collaterale, perché ora possiamo definirlo e affrontarlo come tale, raro con AstraZeneca, e ancor di più con altri vaccini". Il rischio quantificato in numeri? "Parliamo di una persona ogni 300-400mila. Un centinaio dunque in Italia. Per le quali ora il pericolo di esiti gravi o addirittura fatali può essere evitato con una diagnosi e una terapia precoce".
Zamboni spiega però anche la difficoltà della scienza nel contesto della pandemia, in quanto ad esempio gli esami autoptici sono stati sconsigliati dal ministero della Salute, secondo quest'ultimo rischiosi per quanto riguarda il contagio. "L'anno scorso la ricerca ha avuto grossi limiti" sottolinea il ricercatore presso l'Università degli Studi di Ferrara: "Anche a livello ministeriale, per svolgere autopsie in sale sicure e attrezzate come quella del collega Cristoforo Pomara, che fa parte del team. Aver potuto svolgere questi esami, sia per motivi forensi, ha portato a precisare rari effetti della vaccinazione, concatenando eventi e identificando sintomi e terapia". "Il vaccino è fondamentale -conclude Zamboni- avere ora le armi per gestire un effetto rarissimo, ma curabile come il Vitt deve addirittura spingere le persone ad abbandonare paure o false convinzioni".