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AstraZeneca, il giallo delle 50mila dosi trasferite in Puglia: ecco chi le aveva chieste, il silenzio sospetto del governo

 Il vaccino AstraZeneca

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Il vaccino di AstraZeneca continua a essere un argomento delicato e per certi versi anche un po’ misterioso. A fine giugno l’Unione Europea non rinnoverà il contratto con l’azienda anglo-svedese e non si sa ancora cosa ciò comporterà: in teoria il contratto resterà in vigore fino alla consegna dell’ultima dose, ma in pratica non si sa quando tale consegna verrà ultimata. Basti pensare anche solo al caso dell’Italia, che aspetta circa 40 milioni di dosi e ne ha ricevute meno di 7. In più c’è un problema oggettivo in certe Regioni nel convincere le persone ad accettare la somministrazione del vaccino.

 

 

Ad esempio in Sicilia il 52 per cento delle dosi di AstraZeneca sono ancora in frigorifero, tanto che giovedì 13 maggio 50mila dosi saranno trasferite dall’isola alla Puglia. Per Il Giornale si tratta di un vero e proprio giallo: “Un bel gruzzoletto che forse avrebbe voluto ricevere la Lombardia o il Piemonte – si legge – che avevano pubblicamente chiesto di ottenere parte dei vaccini inutilizzati al Sud per accelerare la campagna di somministrazione regionale, ricevendo uno stop dal governo. Ma sembra che la scelta sia stata indirizzata sulla Puglia. Il motivo ufficiale è ancora sconosciuto”.

 

 

Tra le ipotesi avanzate da Il Giornale c’è quella di una “donazione” fatta per favorire un’altra regione del Sud, che tra l’altro è già in stato molto avanzato con la campagna di vaccinazione: dopo il Veneto, la Puglia è infatti la più virtuosa da questo punto di vista, avendo somministrato il 92,1 per cento delle dosi ricevute. Sullo sfondo resta sempre il dubbio su chi può utilizzare il siero di AstraZeneca: il ministero della Salute ha indicato l’uso preferenziale agli over 60, ma si attende l’ennesima riunione dell’Aifa per capire se si può utilizzare anche in altre fasce d’età.  

 

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