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Roma, 53enne trovato impiccato: aveva rilevato un bar, ma non era riuscito ad aprirlo causa Covid. Indagini aperte

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Era in ansia perché da settimane era costretto a rinviare l'apertura del bar che aveva rilevato sulla Tiburtina a Roma. La situazione economica era difficile e i conti non tornavano. Sarebbe questo il motivo per cui un uomo di 53 ha deciso di togliersi la vita impiccandosi. Alcuni suoi amici lo hanno trovato nel sottoscala del locale ancora chiuso al pubblico, ma era ormai troppo tardi. Il 53enne era già cianotico, probabilmente morto da diverse ore.

 

 

 

La polizia intanto continua a indagare per capire meglio il motivo alla base di un gesto così disperato e per escludere che il suicida fosse finito nelle maglie di un giro di usurai. Stando alla ricostruzione riportata dal Messaggero, il dramma si sarebbe consumato poco dopo le 12 e 20 di ieri mattina nel bar. Gli amici del nuovo titolare hanno chiamato l'uomo diverse volte al telefono senza, però, ottenere alcuna risposta. Poi lo hanno cercato a casa, ma anche lì nulla. C'era solo la moglie, anche lei preoccupata.

 

 

 

Dopo essere arrivati nel locale, i due amici hanno trovato la serranda alzata a metà. A quel punto sono entrati e hanno chiamato per nome l'uomo, non ricevendo risposta. Poi la tragica scoperta. Dopo i primi rilievi, tutto lascia intendere che si sia trattato di un suicidio. Dalla ricostruzione e dalle testimonianze degli amici e della moglie, il 53enne avrebbe dovuto aprire il bar a giorni anche se a causa delle restrizioni e delle limitazioni dovute alla pandemia aveva ritardato l'inaugurazione. E non si esclude che per avviare l'attività si sia indebitato al punto da non riuscire più a salvare la situazione. 

 

 

 

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