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Domenico Arcuri, contratto capestro sulle mascherine: 2 miliardi di pezzi inutili a oltre 19mila scuole

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Una pioggia di mascherine inutili sta inondando migliaia di scuole in tutta Italia.  Si tratta dei dispositivi di protezione individuale consegnati per effetto del contratto capestro firmato dall’ex commissario per l’emergenza Domenico Arcuri nel luglio 2020.  Al 5 maggio – come spiegato sul sito dell’attuale commissario, il generale Figliuolo – sono state distribuite quasi 2 miliardi di mascherine chirurgiche a più di 19mila istituti scolastici. Il problema è che le mascherine sono troppe e le scuole non hanno più lo spazio necessario per conservarle.

 

 

 

“Non abbiamo più posto, riprendetevele per favore. Anche perché il materiale è infiammabile e ci sono limiti precisi allo stoccaggio. Le scuole non hanno tutti questi magazzini a disposizione – ha spiegato un dirigente di liceo in forma anonima al Giorno -. Le distribuiamo ogni giorno ma i ragazzi non le vogliono, sono scomode. Otto su dieci le rifiutano”. Perché si è creato questo enorme ingorgo negli istituti? La risposta è semplice: come spiegato dal Giorno, si è continuato a distribuire le mascherine anche quando le scuole erano sostanzialmente chiuse e c’era la dad. Il contratto - che scadrà a settembre - non si è mai fermato, insomma. 

 

 

 

 

Sul sito del commissario viene specificato che quasi un miliardo e mezzo di mascherine sono andate agli adulti, il resto ai bambini. Un miliardo e 730 milioni alle scuole statali, 131 milioni alle paritarie. Tra le regioni, è la Lombardia quella che ha ricevuto più mascherine, oltre 313 milioni di pezzi. “Abbiamo una stanza piena. A un certo punto avevamo riempito anche mezzo corridoio. Noi dirigenti allora ci siamo confrontati, ci siamo chiesti se non fosse il caso di far interrompere la distribuzione”, ha detto Cristina Angeleri, preside dell’istituto comprensivo Agostino Casaroli di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, che al 5 maggio ha ricevuto più di 400mila mascherine. 

 

 

 

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