Banca Ifis: la pubblica amministrazione digitale accelera gli investimenti delle imprese
La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione non solo facilita le Piccole e Medie Imprese d’Italia ma ha un diretto effetto sui loro investimenti tecnologici. Lo rileva l’osservatorio Market Watch PMI con una survey realizzata dall’Ufficio Studi di Banca Ifis in collaborazione con Format Research, condotta tra marzo e aprile su un campione rappresentativo di 552 imprese italiane.
Senza forti differenze tra piccoli Comuni e grandi centri, un’impresa su due (il 51%) riconosce oggi la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione come un fattore facilitante nella relazione, mentre un 42% pensa che l’evoluzione tecnologica sarà un vantaggio nel prossimo futuro.
In generale, pesa per il 43% la quota parte delle attività già digitalizzate che le Piccole e Medie Imprese svolgono con la PA.
I risultati dell’indagine confermano quanto emerge dagli indicatori che compongono l’indice Desi – il “Digital Economy and Society Index” elaborato dalla Commissione europea – dove, in Italia, la voce specifica sui servizi digitali della PA alle imprese registra valori superiori alla media europea.
La PA digitale spinge l’innovazione in azienda
La digitalizzazione del Pubblico ha spinto ben il 74% delle imprese ad accelerare sul fronte degli investimenti tecnologici per arricchire e allineare i propri processi. Nello specifico, gli investimenti delle aziende sono stati concentrati su più aspetti: firma digitale (48%), Spid (41%) e Pec (32%). Il 17% ha digitalizzato i pagamenti, il 16% usa il cloud per la gestione documentale, sempre il 16% delle PMI ha affermato di aver acquisito software per la finanza e la contabilità, mentre l’11% ha digitalizzato la modulistica.
Semplificazione e vantaggi con margini di miglioramento
Nei rapporti con la PA digitale le imprese apprezzano soprattutto la semplicità di utilizzo di alcuni strumenti come la PEC per il recapito degli atti amministrativi (94%), il cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate e previdenziale dell’INPS (93%), la fatturazione elettronica (87%), il DURC online (87%), la digitalizzazione della giustizia (72%). In generale, i vantaggi identificati dalle imprese nella relazione digitale con la Pubblica Amministrazione sono: la rapidità delle procedure amministrative (54%), la facilitazione nell’accesso ai servizi (39%), la semplificazione delle procedure (31%), la maggiore sicurezza nella trasmissione e nell’archiviazione dei documenti (26%).
Rimane un 6% di aziende che non ipotizza benefici, né attuali né futuri, principalmente a causa dell’insufficiente livello di implementazione delle procedure digitali da parte del settore Pubblico.
Il ruolo dei professionisti
Fondamentale il ruolo dei professionisti, quali i commercialisti e altri consulenti, nella gestione della relazione tra imprese e amministrazioni pubbliche. Il 95% delle Pmi ricorre a queste consulenze e il 37% delle imprese si affida a queste figure per la quasi totalità delle attività di contatto con la PA. Il rapporto è direttamente influenzato dallo sviluppo dei servizi digitali per l’89% degli intervistati: per il 47% delle Piccole e Medie Imprese la digitalizzazione favorisce l’incremento della delega al commercialista/professionista che opera in via telematica per conto dell’impresa e per il 46% il ruolo del professionista evolve verso quello di facilitatore dei processi, poiché supporta l’azienda nell’interpretazione della normativa e delle procedure.
Il Market Watch PMI
Market Watch PMI è l’osservatorio di analisi e ricerca di Banca Ifis dell’ecosistema delle Piccole e Medie Imprese italiane e delle filiere del made in Italy. Il percorso di studio e racconto completa e arricchisce il progetto «Fattore I»: il format di indagine e storytelling lanciato nel 2019 che, per la prima volta in Italia, si avvale dei Big Data e della tecnologia web listening per osservare e analizzare i trend dei settori produttivi italiani.