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Roma, processo Luca Sacchi: morto il 21enne Simone Piromalli testimone chiave contro Anstasiya

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Probabilmente non sapremo mai cosa successe quella notte tra il 23 e 24 ottobre del 2019 alla Caffarella, quando Luca Sacchi venne assassinato. Uno dei testimoni chiave del delitto, Simone Piromalli è deceduto nella giornata di ieri in seguito a una corsa in moto sul GRA. L'incidente è avvenuto all'altezza del chilometro 27.300, tra l'uscita Nomentana e l'uscita della Centrale del Latte, a due passi da dove Piromalli viveva con la sua famiglia. Anche la 21enne Giorgia Albano ha perso la vita, si trovava assieme a Piromalli in sella alla moto, finita contro un carro attrezzi fermo sulla corsia d'emergenza.

A destare dubbi le dinamiche del tragico episodio, vista anche l'importanza di Piromalli nelle indagini sull'omicidio di Luca Sacchi. Che sia un sorpasso azzardato, una perdita di controllo del veicolo, o un'influenza esterna, una cosa  è chiara: Simone e Giorgia non ci sono più. La Procura assieme alla polizia stradale ha aperto un fascicolo per accertare quanto accaduto, soprattutto alla luce del ruolo di Piromalli nel processo per l'uccisione di Sacchi, ormai alle battute finali. La sua testimonianza espressa durante le udienze davanti alla corte d'Assise, è risultata attendibile e genuina dalle toghe. Di fronte ai magistrati, il 21enne ha raccontato sotto giuramento di aver visto il passaggio dei contanti che servivano per acquistare della droga.

 

"Ho visto estrarre una mazzetta di soldi dallo zaino di Anastasiya" aveva ricordato il giovane. Simone Piromalli era già rimasto coinvolto a Roma nel caso delle corse clandestine di auto a Talenti lo scorso gennaio 2021. Il giovane si è reso protagonista anche all'epoca di un grave incidente in macchina. il 21 gennaio verso l'1:30 di notte, il ragazzo si era schiantato con la sua Fiat 500 contro un'Alfa Romeo Mito, parcheggiata lì vicino e al cui interno vi era una donna. Indagato dalla Procura per spaccio, la sua pratica era stata recentemente archiviata. Insieme a Valerio Rispoli, era considerato uno degli intermediari tra i gruppi criminali di Giovanni Princi (condannato a quattro anni per spaccio) e quello di Paolo Pirino e Valerio del Grosso, l'esecutore materiale del delitto. 

 

 

 

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