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Quarta repubblica, Piero Sansonetti e le toghe: "Loggia Ungheria, roba da colpo di Stato"

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"Se è vero, è roba da colpo di stato". Piero Sansonetti, direttore del Riformista e aggueritissimo nemico di giustizialismo e malagiustizia, non usa mezzi termini in studio da Nicola Porro. A Quarta Repubblica, su Rete 4, si parla del clamoroso terremoto alla Procura di Milano, con verbali secretati che il pm Storari nel maggio 2020 ha consegnato all'allora membro del Csm Piercamillo Davigo perché non si fidava dei suoi capi, tra cui il procuratore capo Francesco Greco, che a suo dire non avevano intenzione di indagare sulle testimonianze, molto pesanti, dell'avvocato Amara. Dichiarazioni, fornite alla stessa Procura di Milano qualche mese prima, in cui si riferiva tra le altre cose di una loggia segreta "Ungheria", potentissima e formata da toghe e ufficiali della Guardia di Finanza. Quei verbali secretati Davigo non li avrebbe consegnati ai vertici del Csm, ma avrebbe avvertito il vicepresidente David Ermini solo per sommi capi. "Una doppia anomalia", secondo il magistrato Carlo Nordio: "Sono diffidente sul contenuto di questo verbale, ma c'è un tale intreccio di interessi che vi è la necessità di fare chiarezza". Nordio si definisce "incredulo": "Un sostituto procuratore non può inviare un atto secretato ad un membro del Csm, se poi questo membro del Csm lo riceve, non può tenerselo".

 

 

 

 

"Non sappiamo se questa loggia sia vera, se è vera è da colpo di Stato! - le parole di Sansonetti - Il sistema Palamara diventa davanti a questo un sottosistema". Il sistema Palamara su cui il direttore del Giornale Alessandro Sallusti ha realizzato un libro a 4 mani proprio con l'ex presidente dell'Anm, radiato dalla magistratura per una bruttissima storia di nomine pilotate in cambio di favori economici. Quanto rivelato da Palamara negli scorsi mesi sta assumendo ora nuove, inquietanti sfumature.

 

 

 

 


"Queste anomalie procedurali fossero state fatte in un sistema politico, già sarebbero scattati gli avvisi di garanzia, se non le manette. Sono due metri diversi all'esterno e all'interno", accusa Sallusti. "Sta succedendo che è stato scoperchiato il bidone del sistema e comincia ad uscire del fango. Palamara con il suo racconto ha scardinato il sistema. Ed è la prima volta che i giornali hanno in mano dei verbali e non li pubblicano". Il riferimento è alla seconda parte dello scandalo milanese. Il fatto che un corvo al Csm, secondo gli inquirenti una segretaria di Davigo, abbia poi passato quei verbali a varie redazioni dei giornali. Sicuramente quella del Fatto quotidiano, che li ha rispediti alla Procura di Milano, così come ha fatto Repubblica. "Questo verbale è stato inviato ad una giornalista di Repubblica che si è correttamente rivolta alla Procura, perché il verbale è stato trafugato", è la difesa (d'ufficio) di Stefano Cappellini, anche lui ospite di Porro. 
 

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